Periodo problematico per la Rai, tra le critiche per la cancellazione del contratto del prof Orsini e quelle per la sostituzione del format calcistico in studio con Paola Ferrari e Luca Toni con uno "studio virtuale" senza di loro, nonché i problemi economici legati alla non partecipazione dell'Italia ai mondiali in Qatar, per la trasmissione dei quali la tv di Stato aveva acquistato i costosissimi diritti esclusivi. Ne abbiamo parlato con Patrizia Marrocco, parlamentare di Forza Italia e membro della Commissione Vigilanza Rai.
Cominciamo dal Prof Orsini, cosa ne pensa della vicenda?
Fermo restando il valore del confronto e del dibattito, ed il mio essere a favore del contraddittorio anche se le sue dichiarazioni sono controverse, non si può asserire come dice lui che la colpa della guerra di oggi è figlia delle guerre in Iraq, Iran e Siria e quindi i Russi, o meglio Putin, si sono sentiti accerchiati e minacciati ed hanno agito per prevenire un invasione. Questo perché la Nato o l'Occidente entrarono in quei Paesi in quanto non avevano un arsenale atomico e quindi senza conseguenze devastanti: pertanto né la Nato né l'Occidente avevano o hanno in testa di invadere un Paese con il nucleare, cosa che potrebbe portare solo ad un suicidio globale. Detto ciò, sulla rescissione del contratto non si può urlare alla censura, in quanto è sempre in Tv oltre che su quotidiani nazionali. La Rai credo si sia solo rifiutata, conoscendo le sue posizioni, di dargli un compenso per esporle, in questo difendendo - come suo dovere essendo una Tv di Stato - i valori della nostra Repubblica, che sono: diritti, libertà e democrazia. L'Occidente non è colpevole della guerra ed è fondato su quei valori. Contestare questi valori e retribuirlo, con i soldi pubblici, sarebbe una beffa. Quindi credo si sia solo messa nella posizione "prego... ma non faccio seguito al contratto che prevedeva pagamento a puntata". Se vuole esporre le sue idee, visto che da noi non c'è censura ma come giusto pluralismo, lo può fare ma gratuitamente, come lui stesso aveva proposto.
Riguardo invece ai diritti dei mondiali, come se ne uscirà la RAI economicamente?
I diritti sono stati acquisiti ad aprile, al doppio del prezzo rispetto ai mondiali precedenti in Russia che furono presi da Mediaset, anche se per onestà va detto che Mediaset acquisì quei diritti dopo l'esclusione dell'Italia, in questo caso invece l'acquisizione è precedente. Ma ciò non toglie che i diritti sono stati acquisiti al doppio, concorrendo contro broadcaster privati, con dei soldi pubblici, per oltre 100 milioni (si parla di 170/190). Quindi in questo momento la Rai, che già aveva di suo conti in rosso, non naviga in buone acque: anche se riuscisse a rientrare potrebbe farlo solo in parte, senza riuscire a coprire del tutto una spesa così onerosa; rimarrebbe loro un danno comunque. Si potrebbe pensare a rientrare in parte vendendo i diritti a qualche pay tv, ma non si coprirebbe quella somma, e andrebbe capito se nel contratto è previsto, come mi auguro. C'è un rischio di perdere un'alta percentuale di introiti pubblicitari, il 25, 30%, e soprattutto in un periodo strategico, cioè quello di novembre e dicembre. Il mondiale si giocherà ma la Rai dovrà rimodulare il suo palinsesto perché è una tv pubblica ma non starà facendo un servizio pubblico, perché l'Italia non c'è. Quindi dovrà mettersi in moto per arginare il danno, e non sarà sicuramente facile, e nemmeno fattibile del tutto, quindi sicuramente uscirà beffata e con un danno.
Lei sa se ci sono clausole di uscita da questo contratto?
Sarà una domanda che porrò all'amministratore delegato, che martedì sarà in Vigilanza. Sono sicura che qualche tipo di clausola per almeno rivendere i diritti ci sia, sarebbe assurdo fare un contratto che non le prevede. Conoscendo la professionalità dei manager della Rai sono sicura qualcosa ci sarà, quindi credo che per limitare il danno si dovranno fare due cose: la cessione, come le dicevo, di alcuni diritti a una pay tv per compensare gli introiti pubblicitari o, se previsto dal contratto, una parte del torneo ad un altro broadcaster.
Cosa ne pensa invece della decisione di eliminare il programma in studio con Paola Ferrari e Luca Toni, molto apprezzato dal pubblico?
In questo campo, metaforicamente, il mattone che regge tutte le fondamenta è il pubblico. Ed essendo il pubblico affezionato a quel programma bisognava pensarci cento volte, neanche dieci, prima di fare dei passi così azzardati. Fermo restando che comunque la professionalità che ha la Paola Ferrari è assolutamente innegabile, e mi auguro che possa rientrare se non con il suo programma con un altro nuovo a stretto giro. Credo che questa mossa così avventata sia perché la Rai non è in un bel momento, ha dei conti in rosso di suo, e quello che sta cercando di fare il nuovo consiglio di amministrazione è quello di ridurre i costi: ma molte volte pensando soltanto ai numeri non si pensa né alle persone (cioè ai lavoratori) né al pubblico. Quindi bisogna pensare di limitare i danni pensando sia ai numeri che alle persone che al pubblico affezionato: andando con la pennina sui numeri non facciamo mai del bene. Bisogna pensare con un certo criterio ed io mi auguro che tutto questo possa avvenire presto: basterebbe non appaltare esternamente e prendere le grandi risorse e teste e lavoratori che la Rai ha, e non ci sarebbe bisogno di fare tutti questi tagli anche sbagliati, perché poi si perde pubblico e credibilità. Quando facevo la produttrice tv il motto era che non bisognava nemmeno cambiare il giorno in cui si dava un programma di successo, perché il pubblico era affezionato ai suoi appuntamenti fissi, e se tu glieli togli lo hai tradito e il pubblico normalmente non perdona.
Di Umberto Baccolo
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