Attendendo la decisione del Tar Lazio, che si pronuncerà il 1 giugno, un gruppo di cittadini romani è pronto a rivolgersi alla Procura della Repubblica pur di bloccare il prolungamento per la somministrazione della seconda dose del vaccino Pfizer. A spiegare le ragioni di tale decisione, a #SprayNews, è l’avvocato Vincenzina Salvatore, che insieme al collega Nicola Elmi, assistono circa 200 persone, di cui gran parte appartenenti a fasce deboli, affette da gravi patologie e preoccupate per eventuali ritardi relativi alla loro immunizzazione.
«Il caso – spiega il legale - è nato da una raccomandazione del comitato tecnico-scientifico, in cui si diceva che era consigliabile l’estensione dell’intervallo di somministrazione a sei settimane. In poche parole, era necessario sottrarre la seconda dose per darla a chi non avesse ancora ricevuto la prima. A seguito di ciò, al posto di recepire un semplice parere, la Regione Lazio sceglie la strada rapida dell’attuazione e con degli sms indirizzati ai residenti finisce col creare una gran confusione. Tra queste persone, infatti, ci sono anche malati oncologici e soggetti estremamente fragili, ai quali nei fatti non è stato permesso ancora di uscire dall’incubo di contrarre il Covid, patologia che per loro potrebbe essere fatale. E’ stata messa a repentaglio, quindi, la salute di cittadini verso cui doveva esserci un’attenzione maggiore».
L’avvocato Salvatore, comunque, confida nella magistratura e spera ancora in un ripensamento da parte dell’esecutivo guidato da Zingaretti. «Abbiamo massima fiducia nel sistema giustizia, così come auspichiamo ancora un passo indietro da parte della Regione. In un’Italia ormai fuori dal lockdown, chi deve uscire da casa perché ha bisogno di cure quotidiane è in grave pericolo. Allo stesso tempo siamo preoccupati perché si sta utilizzando un medicinale secondo modalità non previste dalle indicazioni terapeutiche e negli schemi diramati da #Pfizer».
Edoardo Sirignano
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