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Raddoppiati i contagi in carcere, Buona Destra e Nessuno tocchi Caino chiedono di intervenire


Come ogni settimana, nella giornata di ieri il Ministero della Giustizia ha diffuso i dati relativi ai contagi Covid negli Istituti di pena italiani dai quali traspare una situazione tuttora allarmante. Infatti, mentre all’esterno delle mura carcerarie la curva dei contagi sembra aver raggiunto il picco ed il conseguente rallentamento, i contagi tra i detenuti continuano ad aumentare in modo esponenziale.

Secondo Claudio Desirò della Buona Destra, “il nuovo report settimanale diffuso ieri dal Ministero dipinge un quadro disarmante. I contagi tra i detenuti sono cresciuti di più di 800 unità in soli sette giorni ed i 3487 casi di detenuti positivi che si registrano oggi, sono più del doppio dei positivi segnalati solo due settimane fa”.

A questi numeri vanno aggiunti i più di 1600 casi di positività in corso tra le forze della Polizia Penitenziaria, anche se in questo caso il contagio appare essersi stabilizzato.

“L’elevato numero di casi e la loro costante crescita entro le mura dei nostri penitenziari evidenzia come le condizioni di sovraffollamento attualmente in atto in molti istituti giochino un ruolo determinante nel non impedire il diffondersi del contagio. In strutture sovraffollate, spesso con centinaia di persone in più rispetto alle capienze teoriche, il distanziamento sociale diviene una chimera difficilmente realizzabile che, in assenza di dispositivi di protezione adatti, causano un continuo incremento di casi Covid. Una situazione non più accettabile e che ha portato alla ribalta i casi delle carceri di Torino e Firenze definite come i più grandi focolai Covid d’Italia”, conclude Desirò.

Peraltro, si tratta di problematiche più volte denunciate negli ultimi due anni – aggiunge L’Avv. Kishore Bombaci, Coordinatore di Buona Destra Toscana – che aggravano le strutturali carenze del sistema penitenziario italiano a cui non è possibile rispondere in modo semplicistico e populistico “costruiamo nuove carceri”. Il tema della dignità del detenuto è un tema di rilievo costituzionale e anche europeo se si tiene conto delle numerose condanne inflitte all’Italia dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, e riguarda non soltanto l’emergenza pandemica, ma l’intera protezione del detenuto che, pur recluso, non può essere escluso dal godimento dei diritti fondamentali e costituzionali.

Ciò, evidentemente, non sta avvenendo tenuto conto non solo delle problematiche COVID, ma anche dell’elevato tasso di suicidi registrato fra la popolazione carceraria (già 8 nel 2022) e dei pluridecennali deficit delle strutture, spesso vecchie e cadenti ma a cui mai prima d’ora si era pensato di metter mano.

A ciò si aggiunge senz’altro l’emergenza pandemica che con la necessità di destinare specifici padiglioni ai malati covid, ha aggravato ulteriormente il sovraffollamento nelle altre aree.

Il tutto nel sostanziale silenzio delle Istituzioni che ben poco hanno fatto sin qui tanto che ad oggi non risulta che le strutture carcerarie siano dotate di sufficienti dispositivi di protezione individuale (mascherine FFP2 ad esempio).

Peraltro, la situazione si rivela esplosiva non solo da un punto di vista sociale e sanitario (con rischio di rivolte come già avvenuto nel 2020) , ma anche dal punto di vista economico per le casse pubbliche. Non va dimenticato che la compressione del diritto alla salute e alla dignità personale del detenuto è fonte di risarcimento per i danni derivanti dalla violazione dell’art. 3 CEDU, con i relativi costi a carico dell’Erario nazionale.

Ebbene – continua Bombaci – esistono gli strumenti giuridici che già ad oggi, con un semplice Decreto Legge, potrebbero aiutare a stemperare l’emergenza prima che sia troppo tardi. La liberazione anticipata speciale proposta da Rita Bernardini e Roberto Giachetti servirebbe senz’altro a ridurre il sovraffollamento e il rischio di ulteriore incremento dei contagi. Trattasi – insiste Bombaci - di una misura, peraltro già avanzata dai Garanti territoriali per la riforma e l’innovazione del sistema penitenziario e dell’esecuzione penale, che prevede una detrazione di 75 giorni di pena ( e non 45) ogni semestre già scontato in carcere. Da un mero calcolo matematico, invero piuttosto intuitivo, ben si comprendono gli effetti positivi sul fenomeno del sovraffollamento e cascata sull’intero sistema.

Per sostenere questa iniziativa – sostengono i Coordinatori Desirò e Bombaci – abbiamo aderito allo sciopero della fame praticato da Rita Bernardini, nonché - continuano Bombaci e Desirò - alla Associazione Nessuno Tocchi Caino, in quanto convinti che la tutela della dignità personale non possa fermarsi alle soglie del carcere né possa essere meramente occasionale ed emergenziale.

Al contrario – concludono – è un faro costituzionale da tenere sempre acceso perché è sicuramente fra i parametri che servono a definire lo stato di salute della nostra democrazia, che, non dimentichiamo, si basa su una concezione liberale dello stato di diritto.


Di Claudio Desirò e avvocato Kishore Bombaci (Buona Destra).

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