L' Anm entra nell'agone politico referendario e lo fa, come un vero e proprio attore politico, a piedi uniti. Bene, anzi benissimo, che l'opinione pubblica sappia, che l'Anm, per bocca del suo giudice presidente, ha anticipato che ci sarà una "ferma reazione" contro i referendum. Che l'opinione pubblica sappia che l'Anm ha deliberato di costituirsi parte civile nel dibattimento che ci sarà contro Palamara entro la fine dell'anno e lo ha fatto, Associazione di e tra magistrati mentre un loro collega magistrato, non sappiamo se iscritto o no all'Anm, deve ancora decidere se ci sarà un dibattimento. O già l'Anm sa qualcosa che altri non sanno o è una inammissibile forma di pressione nei confronti del giudice terzo ed imparziale, sottoposto soltanto alla legge, che ancora deve decidere. Strana idea della cultura della giurisdizione. Ah se solo ci fosse stata una ferma reazione al suo interno, a fronte di tutto quello che è emerso negli ultimi due anni, forse l'Anm oggi non avrebbe avuto la necessità di manifestare la sua avversione alla scheda referendaria che la Costituzione Repubblicana ha regalato al Popolo Italiano, anche in materia di giustizia.
Di Giuseppe Rossodivita (Presidente Commissione Giustizia Partito Radicale)
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