top of page
Immagine del redattoreCarpe Diem Macchioni Communications

Venezia e il cinema



Pensare, scrivere, pronosticare che il festival di Venezia sia una testimonianza del grado di sviluppo della cinematografia è non solo sbagliato, ma anche segno di una grande ipocrisia. Tutti gli operatori sanno che i festival non sono sinonimo di incasso, e che addirittura le kermesse d’arte sono nemiche del pubblico, al punto tale che in molti casi la notizia della partecipazione viene nascosta. Quando il settore home-video era in pieno fermento, la scritta “in concorso a Venezia”, veniva considerata un freno alle vendite. Diverso è “l’evento”, cioè la partecipazione non è in concorso, valida come anteprima: in questo caso l’evento fa parte dei meccanismi distributivi per gonfiare il valore del prodotto. Detto in termini semplici la partecipazione al festival sa di prodotto noioso, pretenzioso, certamente lento, e i minuti di applausi che tanto piacciono agli pseudogiornalisti cinematografici non costituiscono un voto probante al film, ma solo il riconoscimento che quel film è adatto ad un festival e soddisfa le persone che amano i festival e che sono una porzione di quel pubblico di nicchia che in questo periodo ha abbandonato la sala. Infatti a Venezia non troveremo mai Mission Impossible o Bond o Batman, perché l’arte è altro spettacolo, l’arte è intimista, sofferta, l’arte è gay e confessione, è subconscio e pulsione. Non a caso a Cannes quello che conta, oltre alla mondanità, è il mercato, che seppure ridimensionato da internet e dai rapporti di vertice, in parte anche dalla corruzione, resta una grande occasione commerciale, separata dal concorso, cui pure offre la mano, e una spettacolare vetrina di prodotto. Venezia non ha mercato, e grazie ad una delle peggiori iniziative del ministro Urbani e al tradimento di Davide Croff, il nostro MIFED, la mostra mercato di Milano famosa al mondo, è stata cancellata per dare spazio al festival di Roma e ad un mercatino delle pulci denominato MIA. Il festival di Venezia rimane però l’occasione, soprattutto per i burocrati che non pagano di tasca loro, ma non solo, per omaggiare una città straordinaria, piena di meraviglie urbanistiche e di capolavori, e pertanto non è Venezia ad ospitare il festival ma il festival ad accarezzare quel posto magico e carissimo che tutto il mondo ci invidia. Quest’anno la manifestazione appare più modesta, come se risentisse della crisi del settore, ed in un certo senso più antica, un po' anacronista. I telegiornali fanno di tutto per esaltare le presenze e gli attori, ma in campagna elettorale i veri protagonisti sono i politici, ormai presi dal delirio delle dichiarazioni e delle promesse. Di cinema, di cultura, non ne parla nessuno, contano solo il gas e l’elettricità: con la cultura non si mangia e non ci si riscalda! di Michele Lo Foco


5 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

NAPOLITANO, ON CICCHITTO:

e’ stata la testimonianza di ciò che avrebbe potuto essere il PCI e non e’ stato “Al di là’ delle vicende più strettamente politiche,...

Marco Rizzo incontra la Fabi

Il segretario generale della Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani, il più grande sindacato bancari), Lando Maria Sileoni, si è...

Comments


bottom of page