Riflessioni a margine di una procedura fallimentare.
Del concorso per dirigenti scolastici bandito alla fine del 2017 s’è detto molto: si è parlato della “inopportuna” partecipazione di chi, da Onorevole, l’ha superato, si è ragionato intorno al valore dell’anonimato in una selezione pubblica – dimenticando di prevedere la garanzia dell’anonimato per la prova orale, perché poi? - si sono sentite le lamentale di quanti l’hanno superato e vogliono avvicinarsi a casa, s’è sentenziato in merito all’incompatibilità di alcuni commissari, s’è poi stabilito l’opposto, ossia che sia lecito ed ammissibile sedere – contemporaneamente – in Consiglio comunale ed in commissione di valutazione di un concorso, si è saputo delle indagini penali in corso…
Insomma: un bando di concorso che è riuscito a scontentare tutti: vincitori e vinti. Da un lato, chi l’ha superata, quella selezione, che si trova ad operare a migliaia di chilometri da casa e lamenta che la procedura nazionale ha snaturato le famiglie, in tempo di covid. Dall’altro, quanti lamentano le numerose irregolarità – ed i reati – di un colloquio affidato a 38 commissioni autonome e totalmente scoordinate che hanno generato disparità di trattamento inaccettabili e gravi violazioni della pari opportunità che va garantita in una procedura selettiva. Della serie: sei idoneo se sostieni la prova orale con la commissione giusta, che non boccia NESSUNO; non lo sei se la fortuna non ti assiste e ti tocca la commissione che boccia LA META’ dei candidati – impossibile, statisticamente, che il caso abbia dirottato tutti i “bravi” ad un collegio giudicante e tutti i “meno bravi” ad un altro – Senza parlare del punteggio totale. Moltissimi dei fermati all’orale vantano un voto finale superiore a centinaia di idonei; cosicché, chi è assunto come dirigente scolastico ha un punteggio INFERIORE a chi non lo è. Incredibile? No, tutto vero e dimostrabile, purtroppo! Fino ad arrivare alle – denunciate – ipotesi di reato ascrivibili alla fase finale del concorso, il colloquio: dal falso ideologico di commissari che si assentavano continuamente, in costanza d’esame, denotando una superficialità totale nei confronti del codice penale e delle aspettative – legittime – di candidati che si erano preparati per anni per essere ASCOLTATI e VALUTATI, alla falsità dei verbali pervenuti ai concorrenti, contenenti domande diverse da quelle poste loro – e ragionevole dubbio sulla conseguente falsità dei loro giudizi di “inidoneità” [se le domande riportate nei verbali non corrispondono a quelle effettivamente poste, chi è stato valutato?].
Si è rilevata più volte l’incompetenza tecnica di commissari esperti d’altro, non di scuola: dal professore universitario di fisica a quello di chimica, piuttosto che di veterinaria, che di conduzione di una scuola non hanno né le competenze né le conoscenze e che – evidenza dimostrabile – hanno avuto la pretesa di condurre la prova orale correggendo le GIUSTE affermazioni dei candidati con ERRORI grossolani, evidenti, macroscopici, inaccettabili.
Ma chi doveva valutare chi?
Ma di cosa vogliamo parlare?
Dell’educazione civica a scuola?
Beh, allora diamo l’esempio: rimediamo agli ORRORI di una procedura lesiva dei principali diritto dell’uomo, da quello di uguaglianza a quello di pari trattamento, da quello del giusto processo (ogni ricorso sulla fase orale è bloccato – non si sa perché - da due anni) a quello di non discriminazione.
Una volta per tutte: sottoponiamo quanti risultati IDONEI alla prova scritta ad una VERA selezione finale, ad un colloquio davanti ad un’unica – COMPETENTE – commissione, formata da chi sia in grado di valutare le affermazioni dei candidati, non da chi ha bisogno di lezioni dagli stessi!
Di Gessica Caniparoti del “Comitato Giustizia per l’Orale”
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