Sul Riformista compare un documento dal titolo “16 tesi per il riformismo” firmato da un gruppo di personalità impegnate nella riflessione sulla sinistra per rilanciarne ruolo e funzione nella società italiana.
Nel testo si afferma che si è verificata una paradossale situazione nella cultura politica della sinistra. Per molti anni l’appellativo “riformista” è stato demonizzato. Adesso invece l’espressione è addirittura inflazionata. Molti si dichiarano riformisti senza esserlo perché l’espansione a tutti i costi della spesa pubblica non è di per sé un esercizio di riformismo. Lo è invece il tentativo del governo Draghi che combina insieme la rigorosa finalizzazione delle riforme a investimenti produttivi e a infrastrutture, un organico rapporto con l’Europa, un impegno per la modernizzazione dello Stato e della società italiana, in particolare la riforma del sistema giudiziario italiano nell’ottica liberale di un equilibrio dei poteri per arginare il populismo penale e il verbo giustizialista (che hanno trovato nell’ex premier Giuseppe Conte l’autentico continuatore).
Il documento considera un tragico errore politico, foriero di sconfitte per il centro sinistra, la scelta del Pd di trasformare un incontro reso necessario per contrastare il disegno reazionario di Matteo Salvini, in una alleanza strategica con il M5Stelle, un movimento che ha travisato le istituzioni, ha introdotto odio giustizialista e violenza parolaia in un tessuto politico e civile già indebolito, ha mostrato la sua inettitudine alla prova del governo. Auspica il mutamento dell’attuale indirizzo politico del Pd attraverso la ripresa di un confronto e di una battaglia politica al suo interno per rilanciarne il ruolo sulla base di un chiaro indirizzo riformista, di un sostegno senza ambiguità alla concreta azione del governo Draghi di cui assumere l’agenda politica e programmatica. Su queste basi il Pd dovrebbe prepararsi ad affrontare le difficili prove politiche ed elettorali che si annunciano.
Nel documento, infine, si guarda con interesse al maturare nella vicenda politica del Paese di un soggetto liberale, riformista, europeista, attento alle questioni dello sviluppo economico collocato nel campo delle riforme e della innovazione, un soggetto cui possano riconoscersi forze liberaldemocratiche, radicali e socialiste. Un soggetto che contribuisca ad un mutamento dell’attuale sistema politico e all’affermarsi di un indirizzo riformista nella politica italiana.
Fabrizio Cicchitto, Bobo Craxi, Biagio De Giovanni, Mauro Del Bue, Ercole Incalza, Alberto Irace, Andrea Manciulli, Maria Rosaria Manieri, Biagio Marzo, Gianvito Mastroleo, Riccardo Nencini, Bruno Pellegrino, Claudio Petruccioli, Sergio Pizzolante, Gianfranco Polillo, Umberto Ranieri, Claudio Signorile
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