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A Cagliari vince, a sorpresa, il candidato del centrosinistra, male M5S e centrodestra


Andrea Frailis

Il giornalista Frailis conquista il seggio del velista Mura


Un giornalista in pensione al posto di un campione internazionale di vela. È il candidato del centrosinistra, il giornalista Andrea Frailis, 62 anni, a vincere, a sorpresa, le elezioni suppletive in Sardegna per il collegio uninominale di Cagliari della Camera, dopo le dimissioni di Andrea Mura, deputato velista espulso dal Movimento a causa delle troppe assenze (preferiva girare il mondo con la sua barca a vela…), ma che, molto correttamente, non ha cambiato gruppo, ma si è direttamente dimesso da parlamentare (dimissioni accettate dalla Camera al primo voto, peraltro). Il Rosatellum, l’attuale legge elettorale, in vigore dal 2017, per la Camera come per il Senato, prevede infatti che, nel caso di morte, dimissioni o di decadenza di parlamentare, si debba ricorrere a elezioni ‘supplettive’, ma solo nel caso che si tratti di un collegio uninominale e non di un eletto nella parte proporzionale. Così il Movimento 5 Stelle – e la maggioranza gialloverde - perdono un seggio alla Camera perché Frailis siederà nei banchi dell’opposizione, anche se probabilmente si iscriverà al gruppo di Leu e non in quello del Pd.


Un cambio totale, dunque, dopo sette mesi di posto vacante: Mura, travolto ad agosto dalle polemiche per le sue numerose assenze dalla Camera, dettate dalla fitta agenda sportiva che aveva attorno al mondo e da affermazioni come “l’attività politica si può svolgere anche su una barca” non gli ha fatto conservare il posto guadagnato, il 4 marzo del 2018, con oltre 60 mila preferenze. Da quelle polemiche è seguita l’espulsione dal M5S e, a stretto giro, le sue dimissioni, votate dalla Camera il 4 agosto 2018. Frailis, classe 1956, giornalista e volto molto conosciuto, nell’isola, perché lavorava nell’emittente sarda ‘Videolina’, ha ottenuto il 40,46% delle preferenze. Secondo è arrivato il pentastellato Luca Caschili, con il 28,92%, mentre solo è terza è arrivata la candidata del centrodestra (Lega, Fi, Fdi), Daniele Noli, con il 27,80% e quarto, e ultimo, Enrico Balletto, il candidato di Casa Pound (2,81%).


Altissima l’astensione che si ferma al 15,5%


Altissima è stata, però, l’astensione dei cittadini sardi: ha votato solo il 15,5% degli aventi diritto. Scarso l’entusiasmo per la domenica alle urne (dalle 7 alle 23) del collegio 1 del capoluogo sardo: oltre al capoluogo, Cagliari, erano inclusi Quartu Sant’Elena (la terza città sarda per abitanti), Quartucciu e altri piccoli cinque centri fino alla molto località turistica di Villasimius. In tutto 251mila elettori con un’affluenza che si è fermata al 15,56% (31mila votanti in termini assoluti) solo leggermente tamponata nel capoluogo. Un vero crollo totale della partecipazione: basti pensare che alle politiche dello scorso marzo, nello stesso collegio, aveva votato il 67%. Quella di Cagliari è, però, la prima, seppur parziale, delle tappe elettorali – e non è un caso che la Sardegna si sia trasformata in palco da comizio per i big della politica nazionale. In vista, tra poco più di un mese, il 24 febbraio, arriveranno le elezioni regionali mentre il 10 febbraio andrà al voto un’altra regione, ma del Sud Italia, l’Abruzzo. Peraltro, a nulla è valso il tentativo di accorpamento che avrebbe permesso un risparmio di 2 milioni di euro. Sullo sfondo restano le europee di maggio.


L’inutile discesa dei big nazionali di M5S e Lega


La discesa in campo in Sardegna dei big nazionali come Di Maio e Toninelli non è perciò servita al Movimento Cinque stelle a riconquistare il seggio di Cagliari alla Camera come pure non è servita la discesa in campo dei big del centrodestra, da Salvini a Berlusconi, per far primeggiare la coalizione che, in tutti i sondaggi, era data per favorita. Alle scorse politiche del 4 marzo 2018, l’M5S aveva fatto un vero exploit, nell’Isola, arrivando al 40%.

Stavolta il Movimento aveva puntato su un “politico”: il 46enne ingegnere ambientale Luca Caschili, già assessore comunale a Carbonia. Per lui le preferenze si sono fermate al 28,9%. Ma è stato il primo a complimentarsi con Frailis, riconoscendo il suo trionfo quando lo scrutinio era ancora a metà strada. Anche la rinnovata alleanza Lega-Forza Italia e l’arrivo nell’isola, in due momenti differenti, di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi – che proprio dalla Sardegna ha mandato a tutti il messaggio della sua nuova discesa in campo nell’agone politico aalle europee di maggio – non hanno sortito gli effetti sperati dal centrodestra. L’unica donna in competizione, Daniela Noli, 42 anni, esponente locale di Forza Italia, si è infatti fermata al terzo posto con il 27,8% delle preferenze, cioè molto al di sotto del 32% ottenuto dal centrodestra lo scorso 4 marzo 2018. Al quarto ed ultimo posto, l’esponente di Casa Pound, Enrico Balletto. Il 45enne, allenatore di pallavolo e già candidato nell’uninominale al Senato alle politiche, ha preso il 3%.


Un piccolo test politico, ma con ricadute nazionali


A spoglio ancora in corso ad annunciare la vittoria per primo, su Facebook, è il consigliere regionale di Campo Progressista, Francesco Agus. Scrive dalla sede della coalizione dove il vincitore è atteso per la festa, anche il sindaco e candidato per il centrosinistra, Massimo Zedda. Prima gli auguri: “Congratulazioni e buon lavoro compagno”, poi la stoccata. Il risultato, per Zedda, che ora crede nella vittoria, è “uno schiaffo in faccia ai ministri in gita, ai politicanti improvvisati, ai metodi antidemocratici”. Il riferimento è, appunto, all’impegnativa settimana in cui gli avversari di Frailis di M5S e centrodestra sono stati sostenuti dai big della politica e del governo gialloverde. Dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, per l’M5S, avversario della Lega (con cui è alleata al governo) che ha puntato tutto sulla candidata di centrodestra e di FI. Tappe forzate e viaggio flash (tappe a Cagliari, Oristano, Alghero) anche per il leader del Carroccio e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha gli stessi obiettivi di Silvio Berlusconi per le regionali, dove il candidato del centrodestra (Lega-FI-FdI-Psd’Az) è il senatore sardo, ma eletto in Lombardia in un seggio blindato, Christian Solinas, scelto personalmente da Salvini, che con il Psd’Az ha siglato, mesi fa, un vero ‘patto di unità d’azione’.


Ora il centrosinistra spera nella rimonta alle Regionali


Niente sostegni da Roma, invece, per il vincitore: la corsa di Frailis per il centrosinistra è iniziata a dicembre con la sigla Progressisti di Sardegna, scritta in stampatello rossa e blu: a sostenerlo Pd, Liberi e Uguali, Campo progressista e altri. Si tratta dello stesso fronte di partiti che, insieme a molte liste civiche, sostiene Zedda in vista delle regionali del 24 febbraio. Il risultato, ovviamente, soddisfa il Pd, ma soprattutto la sinistra del centrosinistra.

“È sbagliato - ” scrive su Facebook il presidente della Regione Toscana, ed esponente di Mdp, Enrico Rossi - fare valutazioni avventate. Il caso è molto particolare, anche per l’altissima astensione. Ma in Sardegna, a Cagliari, alle elezioni suppletive, il candidato del centrosinistra, Andrea Frailis, vince il seggio che era del Movimento 5 Stelle mentre la Lega arriva terza. Frailis si è presentato con una lista progressista, unitaria, sostenuta da Leu, dal Pd e da Campo progressista. Un segnale positivo e interessante” conclude Rossi che, in tal modo, rivendica l’indubbia affermazione di un esponente della sinistra-sinistra, anche in prospettiva dei (nuovi?) equilibri nazionali che andranno a comporre, probabilmente, una lista ‘aperta’ e di tutti i ‘progressisti’ alle elezioni europee.


L’M5S ha molto da riflettere sul tonfo subito a Cagliari


Da notare anche che la distanza tra il candidato dei 5 Stelle, l’ingegnere ambientale Luca Caschili e la candidata del centrodestra, Daniela Noli (ex dipendente del gruppo Forza Italia in consiglio regionale) è solo di poco più di un punto percentuale: 28, 92% contro 27,80%. Segue – e di tanto – Enrico Balletto per Casapound con il 2,81%. A pesare, per il Movimento 5 Stelle, oltre alla scarsa affluenza - come già sottolineano molti attivisti sui social - sono state anche le accuse sulla scarsa trasparenza attorno alle candidature, nonché lo spaesamento dopo l’addio forzato della prima scelta come candidato alle regionali, l’ex sindaco di Assemini, Mario Puddu, in seguito a una condanna per abuso d’ufficio, cui è subentrato Desogus che se la dovrà vedere con Zedda (centrosinistra) e Solinas (centrodestra), ancora oggi il più quotato per la vittoria. Alle politiche l’M5S aveva registrato il 42,3% dei voti e aveva eletto sedici parlamentari tra Camera e Senato. Ma per i bilanci è presto, come scrive il candidato dei 5 Stelle Caschili che affida a Facebook il suo messaggio, dopo la classica telefonata di congratulazioni di rito al vincitore: “Ci sarà tempo per commentare ed analizzare questo esito che offre tanti spunti di riflessione. Da subito però voglio ringraziare tutti gli elettori – scrive Caschili - che mi hanno votato e hanno dato fiducia al Movimento 5 Stelle. È stato un mese molto bello e coinvolgente, durante il quale ho potuto toccare con mano l’entusiasmo di tanti cittadini che mi hanno sostenuto. Grazie ancora a tutti”, conclude.


Ora la sfida si sposta, ovviamente, su quella per la presidenza della Regione e per il consiglio regionale: l’M5S, che punta su Francesco Desogus, ha già raccolto le firme necessarie (unico caso) e correrà in tutte le otto circoscrizioni. Nella scorsa tornata elettorale regionale, nel 2014, a circa un mese dal voto, il M5S era rimasto ai blocchi di partenza, per problemi sui simboli e liti con lo staff romano. Una partecipazione incompiuta al fotofinish.

L’astensione resta, però, un dato rilevante e che pesa, come notano anche gli indipendentisti di Sardi Liberi, per voce di Mauro Pili, il loro candidato: “La clamorosa astensione al voto di centinaia di migliaia di elettori del collegio di Cagliari per le elezioni suppletive è un dato storico senza precedenti”. Pili definisce “una vera e propria diserzione”, attaccando le scampagnate di Di Maio, Salvini, Berlusconi e aggiunge che “Il parlamentare eletto non rappresenterà neanche un condominio”. Infine, Pili mette alla berlina le “promesse fasulle e prive di fondamento” fatte dai politici ‘nazionali0. Morale: la gara delle regionali sarde è ancora tutta da giocare. Solo il 24 febbraio si saprà chi la spunterà.


di Ettore Maria Colombo

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