Antonella Cortese, la criminologa dell'Aispis, l'Accademia italiana delle scienze di polizia investigativa e scientifica, ha ricevuto proprio stamattina, venerdì 9 novembre, dal Gran Premio Internazionale di Venezia Leone d'Oro il Riconoscimento Speciale per meriti professionali.
Dottoressa Cortese, perché questo riconoscimento?
«Perché come criminologa mi occupo della violenza di genere. Faccio parte di un'associazione, l'Aispis, per la quale giro l'Italia per fare formazione tra le forze dell'ordine. Parliamo di violenza di genere, sulle donne, violenza domestica, bullismo e cyberbullismo. Vogliamo che le nostre forze dell'ordine siano preparate ad affrontare le denunce».
Una mission, quella della formazione, che adesso deriva anche dalla legge, quel "Codice Rosso" presentato un mese fa dai ministri Alfonso Bonafede e Giulia Bongiorno
«E con l'associazione "Doppia Difesa" di Michelle Hunziker per arginare i tempi lunghi dei processi, perché il pubblico ministero sia immediatamente informato se il reato riguarda maltrattamenti, violenze sessuali, lesioni o altro, in modo che possa ascoltare la vittima entro tre giorni. Per questo mi sto particolarmente impegnando in una battaglia per eliminare il rito abbreviato per i femminicidi. Vogliamo che ci sia la certezza della pena, non che una persona venga arrestata e dopo pochi giorni esca».
Ci sono dei casi in cui questo è già successo?
«C'è il caso di Samantha Fava, una donna di 37 anni di Frosinone picchiata e strangolata, poi murata nell'abitazione dell'uomo che aveva cominciato a frequentare dopo il divorzio, Tonino Cianfarani, un manovale di 42 anni che è stato condannato in via definitiva a 24 anni di carcere, ma è uscito dopo tre anni per andare ai domiciliari. È malato e il giudice del tribunale di Sorveglianza ha stabilito che si può curare a casa, ma vive a poche decine di metri dall'abitazione dell'unico figlio della donna da lui uccisa. È un privilegio, questo, che andrebbe abolito per questi reati».
Questo governo ha abbastanza sensibilità per approfondire queste tematiche?
«C'è il ministro Bongiorno che ha un'associazione, anche il ministro Matteo Salvini è interessato. Infatti lo aspettiamo al convegno del 26 novembre in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, organizzato con la consigliera regionale leghista Laura Corrotti. Le istituzioni in genere ascoltano, hanno voglia di ascoltare ma il problema è che ci sono tante associazioni che tra loro non parlano, non c'è sinergia. Ma ci dovrebbe essere collaborazione tra di noi. Tutte vogliono primeggiare, ma ci vorrebbe una federazione nazionale dove affrontare il problema con tutte le associazioni per combattere il fenomeno della violenza di genere».
di Paolo dal Dosso
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