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A fuoco la villa confiscata al boss “E’ un atto intimidatorio”


Un incendio doloso ha danneggiato l'altra notte la villa del boss Nicola Assisi, bene confiscato alla mafia e in attesa di essere assegnato per attività sociali. Gli inquirenti non hanno dubbi: si è trattato di un avvertimento, con due bombole di gas vuote lasciate nel centro delle stanze. Nicola Assisi è considerato uno dei più grandi broker di droga della 'ndrangheta calabrese, ed è latitante. 


"L'atto intimidatorio dimostra la volontà di Assisi di provare a fermare il percorso per restituire quel bene alla cittadinanza”, fanno sapere da Libera Piemonte, l'associazione fondata da don Luigi Ciotti, che lo scorso 30 aprile, nella villa, ha ricordato l'assassinio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, “Non ci lasciamo impaurire dalla minaccia e non abbiamo nessuna intenzione di cancellare gli appuntamenti in calendario". Il prossimo 16 giugno, infatti, Libera sarà proprio in quella villa San Giusto Canavese per l'assemblea Regionale della rete, con Luigi Ciotti, Gian Carlo Caselli e il prefetto di Torino, Renato Saccone. 


La villa del boss è stata sgomberata appena due mesi fa dopo interminabili bracci di ferro legali durati più di dieci anni. Strappata all’attuale re del narcotraffico italiano: Nicola Assisi, 60 anni, latitante, inseguito da un mandato di cattura europeo. Da alcuni mesi il suo nome è stato inserito tra i ricercati più pericolosi nella black-list stilata dal Ministero degli Interni. 






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