Per quattro volte il capoluogo lombardo ha sfiorato il titolo di città dove la qualità della vita è migliore. Alla fine, alla 29ma edizione della ricerca sponsorizzata dal Sole 24 Ore, ce l'ha fatta.
Non il traffico, l'aria o il verde pubblico nella classifica, ma la forza economica della città, la riprogettazione delle aree urbane, la mobilità in condivisione, la qualità dei servizi, la copertura del wi-fi e la capacità di accoglienza. Temi moderni per una capitale economica moderna che si è distinta particolarmente per "ricchezza e consumi", con il primo posto per il Pil pro capite, i depositi e il prezzo medio di vendita delle case; seconda poi per "ambiente e servizi", come ad esempio l'home banking; ma è comunque considerata la città più "smart" d'Italia. Come dicevamo però, è solo 23ma per "ecosistema urbano" e qualità dell'aria, e 106ma per "sicurezza", dove conta il numero di rapine, scippi e borseggi. 107mo posto poi per il "caro affitti".
Il sindaco Giuseppe Sala non si prende meriti, anzi li sposta sui cittadini meneghini e pensa già alle future sfide al di fuori dei confini nazionali, con le grandi capitali mondiali. Uno dei modi potrebbe essere il progetto di riapertura dei Navigli per recuperare il tracciato storico di fine '800. Un cavallo di battaglia del sindaco Sala, che l'aveva messo al centro del suo programma palle elezioni del 2016. Sala vorrebbe scoprire tutti quei tratti dei Navigli interrati, messi sotto terra e asfalto da decenni.
Le forze politiche si scoprono affascinate dal progetto: il ministro dell'Interno Matteo Salvini, convinto che «i Navigli riporterebbero Milano a essere una città d'acqua rispettando commercio, lavoro e mobilità». Il vicepresidente regionale leghista Fabrizio Cecchetti ha presentato in consiglio una mozione per la riapertura dei canali. Il professor Roberto Biscardini del Politecnico e confluito in LeU ha fondato l'associazione "Riaprire i Navigli". Logico che i politici si siano subito schierati a favore: in un referendum cittadino del 2011 la riapertura dei Navigli aveva riportato quasi il 95 per cento dei voti a favore.
Ma le critiche non mancano, legate all'alto costo di realizzazione dell'opera, quasi mezzo miliardo di euro, oltre al suo impatto sulla mobilità cittadina: Forza Italia, Fratelli d'Italia, oltre a parti di Lega e Movimento 5 Stelle, sono contrari per i cantieri che per 10 anni bloccherebbero Milano. Con il rischio poi di cominciare un'opera che potrebbe non essere condotta a termine.
La maggiore navigabilità in città poi potrebbe aiutare quella che è una delle città più inquinate d'Europa, con spostamenti via acqua che alleggerirebbero il traffico su gomma, e di conseguenza ridurrebbero lo smog cittadino.
di Paolo dal Dosso
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