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A New York in mostra l’Italia vera: una fotografia neorealista dal fascismo, al boom economico


Quando dici Italia, dici molte cose. Tra cui neorealismo. Più di un genere, per gli italiani, ma una fotografia di vita, un’istantanea tra tragedia e commedia, tradizione e modernità, miseria e ricchezza che immortala il nostro popolo, non solo cinematograficamente, con i padri del filone come Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Pietro Germi, Alberto Lattuada e molti altri nomi importanti.

Così il nostro Paese mostrerà la sua intimità nella “Grande mela”, in un attimo di pudore e nudità nella città costantemente in moto, perennemente viva. “NeoRealismo: The new image in Italy, 1932-1960” sarà una grande mostra, non una piccola necessità artistica, in cui la dimensione fotografica e quella sociale e umana si fonderanno per offrire l’immagine degli italiani che furono, e che in realtà, seppur in qualche parte della nostra profondità, continuano a essere.

In queste ore è resa nota l’esposizione che dal 6 settembre, all’8 dicembre parlerà di noi, occupando i grandi spazi della Grey Art Gallery, il museo delle belle arti della New York University nel cuore di Manhattan, per raccontare con la fotografia il coraggio e la bellezza dell'Italia di metà '900. Dal fascismo, alla povertà del dopoguerra, e poi la speranza di una nazione, la distruzione, la bramosia di nuova vita, la ricostruzione. Una gente che non si è mai voluta arrendere alla miseria, proseguendo nel genio e nelle virtù dei padri. Al centro del percorso della mostra, vi sarà la realtà di un Paese intero, catturata e interpretata attraverso il linguaggio dell'immagine e filtrata dallo sguardo di grandi autori; un neorealismo non letterario né cinematografico, ma fotografico, per delineare i mutamenti dell'Italia nel periodo che va dal fascismo al boom economico.


E.R.

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