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A Palermo, una Spirale della vita nel ricordo di Borsellino. L'arte rinnova il patto contro la mafia



L’arte genera una battaglia di verità e giustizia, nella costruzione di un’eredità con cui cristallizzare la volontà di una generazione di ergersi contro la mafia. Per il 26esimo anniversario della strage di via d’Amelio, in cui vennero uccisi il giudice Paolo Borsellino e Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, gli agenti della sua scorta, a Palermo si rinnova un patto: la mafia non passerà. Dal 19 luglio, al 9 settembre, in piazza Bologni, di fronte al No Mafia Memorial, il Memoriale-laboratorio della lotta alla mafia istituito dal Comune di Palermo nel 2015, una grande installazione, visitabile, composta da una visione di ben 10 metri di diametro, segnerà il distacco con la superficialità del male per ricondurre la memoria, che diventa continuità, nella profondità dell’esistenza. Una Spirale della vita, come si chiamerà l’opera di Gianfranco Meggiato, scultore veneziano ispirato da Brancusi, Moore e Calder, padre della introscultura, in cui lo spazio diventa ricerca di significato e l’interiorità dell’opera diventa essenziale, oltre l’effimero inganno della superficie esterna, contrapposta alla spirale della morte determinata dalla violenza, dedicata alla memoria di tutte le vittime di mafia. L’installazione, la prima di questo genere e di queste dimensioni ad essere realizzata nel centro di Palermo, prende vita nell’ambito delle iniziative di I-Design, a cura di Daniela Brignone, con la presentazione di Luca Nannipieri e sarà resa nota, in anteprima, nel corso di una conferenza stampa al Polo Museale Regionale d'Arte moderna e Contemporanea di Palermo presso Palazzo Belmonte Riso, mercoledì 18 luglio alle 15,30, con la presenza di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, Valeria Patrizia Li Vigni, la direttrice del Museo Riso e Luca Nannipieri, critico d’arte


E.R.


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