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Aborto? Lo fai a casa tua! Se questo è un leader...


Chi abortisce è una poco di buono, sia sul piano morale che civile. Sul piano morale è una donna senza scrupoli, che sta uccidendo una vita respingendo un dono del Signore. Che non entri più in Chiesa, sia bandita in mancanza della possibilità di essere lapidata, una pratica biblica ma ormai punita dal codice penale. E poi c’è il piano civile, anzi incivile, per usare un termine usato dall’ex ministro dell’Interno, ex vicepremier, ex tutto visto che non toccherà palla al governo per qualche annetto. La frase è stata: “Il pronto soccorso non è la soluzione a stili di vita incivile”, riferendosi all’aborto e raccontando, neanche fosse alla riunione a Pontida dove cantava cori razzisti contro i napoletani, la storia di una “negra” andata al pronto soccorso per abortire almeno sei volte. “Roba da matti, vergogna, a spese nostre”, i commenti dei populisti salviniani, quelli per cui tutto ciò che dice il Capitano con la smania dei pieni poteri è legge. E se il Capitano punta il dito contro una donna di colore dagli stili di vita incivili vuol dire che la donna in questione è, nel migliore dei casi, una prostituita che offre rapporti sessuali non protetti e, nel peggiore, anche se non si vende deve certamente essere una poco di buono impegnata in riti orgiastici o che nella giornata passa da un rapporto sessuale all’altro come se bevesse un bicchiere d’acqua.

Il leader della Lega, ormai protesa verso un “Dio, patria e famiglia” che neanche nel Ventennio era così bigotto e ipocrita ( sarebbe interessante ragionare sulla massima evangelica - per quanto riguarda le vicende private di ciascuno di noi soprattutto se uomini e donne pubblici - di chi osserva la pagliuzza negli occhi altrui ma mai la trave che sta nei loro), ha ancora una volta trovato un nemico da odiare. Negri, zingari, spacciatori a cui citofonare, rapper sanremesi e ora le donne, quasi del tutto assenti dal cerchio magico di Salvini, accerchiato da spin doctor e professionisti uomini, a eccezione di qualche figura femminile che lo sponsorizza e difende a spada tratta ovunque, a prescindere, senza se e senza ma. Ebbene, il messaggio, errato perché in Italia non ci si presenta al pronto soccorso per abortire ma al massimo si va in consultori e nei centri specializzati, può essere lo stesso lanciato a Junior Cally: “Lo fai a casa tua”. Il femminicidio ognuno a casa propria e l’aborto idem, non a spese dei cittadini che devono sborsare denaro per mettere una pezza alle follie di donne bramose di sesso estremo a seguito del quale poi restano incinte. Basta, diamo a Salvini pieni poteri così potrà anche mettere mano alle legge 194 del 1978, quella sull’aborto appunto, e si torni a interrompere le gravidanze in casa, come in passato, quando furono molte le donne che morirono per nascondere la vergogna di aver avuto stili di vita incivili. Pieni poteri per togliere le libertà individuali, la scelta di una donna di essere o non essere una madre, di annientare l’emancipazione femminile conquistata, non ancora fino in fondo, con lavoro e fatica. Pieni poteri affinché chi si erge a ruolo di leader - dopo queste dichiarazioni a questo punto senza averne la caratura per esserlo - possa soddisfare oggi questo capriccio e domani un altro.


L’editoriale

di Monica Macchioni e Rita Cavallaro

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