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Ai Millennials piacciono meno soldi e orario flessibile e sono soddisfatti del proprio lavoro


Chiamateli "Generazione Y", "Millennials", "Generation Next" o "Net generation": sono loro, i nati fra gli inizi degli anni '80 e la fine dei '90. Sono gli "Echo Boomers", simili a quelli nati nell'esplosione delle nascite nel "miracolo economico", tra gli anni '50 e i '60.

No, non sono i figli del nuovo millennio, quelli vengono dopo e non in molti si stanno approcciando in questi anni al mercato del lavoro. I veri Millennials invece ci sono dentro tutti, quelli che un lavoro ce l'hanno, ovviamente, ed è una generazione caratterizzata da un maggiore utilizzo e una maggiore familiarità con la comunicazione, i media e le tecnologie digitali. Sono più scolarizzati, hanno maggiore padronanza delle diverse lingue, sono quelli cresciuti con poca televisione e molto Pc e telefonino, quelli che se da piccoli gli mettevi davanti un telefono fisso a disco in bachelite lo prendevano in mano e lo cominciavano a rigirare e a sfiorare, chiedendo: «Come si accende?».

E che siano una generazione completamente diversa dalle altre lo dimostra il sondaggio realizzato da Euromedia Research per conto di Sgb Humangest Holding su un campione di 400 persone tra i 25 ed i 35 anni, particolarmente poi su soggetti impiegati in agenzie di selezione e gestione delle risorse umane. E i risultati dell'indagine sorprendono.

Il 90 per cento degli intervistati ha dichiarato di essere cresciuto professionalmente da quando ha iniziato a lavorare, e il 77 per cento ha ritenuto di essere retribuito in maniera adeguata. Tanto che solo uno su tre crede che valuterà altre proposte di lavoro nei prossimi due anni.

Alla base di tanta soddisfazione c'è la flessibilità dell'orario di lavoro, che in cambio di una modesta riduzione di compenso permette di poter vivere meglio i propri interessi e la famiglia. La ricerca dell'equilibrio tra vita personale e lavorativa è balzata dunque al primo posto, ed una volta trovato questo equilibrio tendono a non abbandonarlo.

Ma al secondo posto ci sono i benefit, che il 74 per cento degli intervistati ha. A partire dai buoni pasto, per il 70,3 per cento; o il cellulare, per il 35,5 per cento; o il pc portatile per una percentuale più ridotta, il 21,5 per cento. Molto desiderata ma poco diffusa è l'auto aziendale. Ma il 18 per cento del campione ha indicato come desiderabile il rimborso delle spese mediche, poi i buoni benzina per l'auto e i rimborsi per i trasporti.

L'indagine commissionata da Sgb Humangest Holding ha un valore particolare per le aziende perché dice quali sono i veri desideri di chi lavora e farà lavorare per loro, consentendo una messa a punto essenziale dell'equilibrio tra retribuzione, benefit e attaccamento al proprio lavoro.

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