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Al vertice della tensione: gli 87 giorni per il governo Lega-M5S




Gli ottantasette giorni più lunghi nella storia della Repubblica. Tanti ce ne sono voluti per arrivare al governo targato Lega - 5 Stelle. La crisi istituzionale nel nostro Paese è dovuta arrivare al vertice della tensione prima che il presidente Sergio Mattarella conferisse l’incarico all’esecutivo guidato dal giurista Giuseppe Conte. È il 5 marzo quando i risultati delle urne conferiscono la vittoria al centrodestra, con il 37 per cento. I pentastellati sono il primo partito, con il 32 per cento.


Ma l’Italia piomba nell’impasse dell'ingovernabilità. Dalle consultazioni emerge una possibile alleanza di governo: Di Maio e Salvini. Il 18 maggio l’intesa diventa realtà, con un contratto sul programma, firmato dai due leader. Il 23 maggio Mattarella affida al professor Conte l’incarico per formare un governo gialloverde. È il 27 maggio quando il premier incaricato rimette il mandato, perché Mattarella non accetta Paolo Savona come ministro dell’Economia.


Salvini è furibondo, Di Maio vuole l’impeachment per il Capo dello Stato. Ma Mattarella tira dritto e il giorno dopo tenta di formare il governo del Presidente, affidando l’incarico a Carlo Cottarelli. L’esperto di spending review, però, non ha la fiducia in Parlamento. Si parla già di sciogliere le Camere e andare al voto, addirittura il 29 luglio, o forse a settembre. Il 30 maggio al Colle salgono prima Cottarelli, poi ci va Di Maio, che si dice di nuovo pronto a collaborare con il Quirinale. Il 31 maggio la svolta: Savona viene spostato alle politiche Ue, Cottarelli rimette il mandato e Conte viene riconvocato al Colle. È cosî che nasce il governo Lega-5S, con Salvini ministro dell’Interno e Di Maio al Welfare.

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