LA BOHÉME DI PUCCINI DOMANI ALLE 12.00 DAVANTI ALLA SCALA PER SCUOTERE LE COSCIENZE SUL DRAMMA DEI LAVORATORI DELLO SPETTACOLO
Il Maestro Alberto Veronesi, noto direttore d’orchestra, già candidato alle scorse elezioni a Milano con la lista a sostegno di Beppe Sala, martedì alle 12 suonerà al pianoforte in piazza della Scala, la Bohéme di Puccini, affiancato dagli artisti precari legati con delle corde che alla fine dello spettacolo “soffocheranno” il canto degli artisti.
“Bisogna scuotere le coscienze di fronte a un dramma economico, sociale e culturale che non può essere ignorato dall’opinione pubblica, perché nessuno dall’alto risolverà i problemi per chi è precario, intermittente, non tutelato.” Commenta così Alberto Veronesi, direttore d’orchestra affermato a livello internazionale e da sempre impegnato politicamente per Milano, la crisi della cultura che sta colpendo migliaia di lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo.
Martedì 20, alle ore 12.00 in piazza della Scala all’aperto, Veronesi suonerà il pianoforte, affiancato da alcuni artisti e lavoratori dello spettacolo tenuti simbolicamente con delle corde che ne impediranno la libertà, per solidarizzare e per proporre nuove soluzioni da cui ripartire, con strumenti nuovi per orientare i giovani e per ricostruire forme di partecipazione, sociale, culturale e anche economica.
“Eseguiremo il primo atto de la Bohéme di Puccini dove un poeta e una sarta nella Parigi del 1830, si esprimono il reciproco amore e si raccontano la propria estrema povertà; da allora la situazione degli artisti e dei lavoratori precari non é certo cambiata”.
“E’ ora di progettare una ripartenza della cultura sostenibile da tutti, a partire dai più fragili, creando una rete tra i lavoratori, come quella che ha portato a iniziative di protesta come l’occupazione del Piccolo Teatro Grassi — ora Piccolo Teatro Aperto – iniziata lo scorso 27 marzo, data in cui avrebbe dovuto ricominciare l’attività teatrale.
“La rinascita, non solo culturale, di Milano passa necessariamente dalla creatività, dalla partecipazione attiva, dalle scuole, dalle Università, perché è necessario immergersi in una nuova logica di trasmissione della cultura”.
Secondo Veronesi, innanzitutto, è “necessario ripensare il modello di fruizione e di organizzazione e distribuzione della cultura, mettendo al centro una nuova forma di partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa culturale, con un nuovo patto sociale, un nuovo protagonismo dei lavoratori”.
“La crisi e la sua esasperazione devono aprire ad un nuovo patto tra lavoratori e impresa per con-durre e condividere la scommessa della ripartenza, sui fronti della sostenibilità, della concorrenza, della qualità, della esecuzione e delle scelte artistiche. E’ necessario mettere mano ai contratti collettivi e prevedere la possibilità dei lavoratori alla partecipazione alla direzione economica e artistica dell’impresa”.
Per far fronte alla crescente disoccupazione nel settore cultura, una soluzione potrebbe arrivare dall’istituzione di una nuova figura professionale, il mediatore culturale, che aiuterebbe a far fronte anche all’emergenza culturale italiana, per cui oltre il 20% degli italiani é analfabeta culturale totale, il 90% non é mai stato ad un concerto, il 60% non ha mai letto un libro e il 70% non é mai andato ad un museo, dati che aumentano per gli over 75.
“Sarebbe necessario pensare a mediatori culturali che organizzino visite virtuali dei musei comunali, nazionali, delle pinacoteche, dei siti archeologici, nei quartieri, nelle periferie, con proiezioni di alta qualità tecnica creativa, accompagnate dalla spiegazione e dall'invito alla fruizione collettiva. – spiega Veronesi - In Italia abbiamo 3000 “navigator”, che percepiscono 27.000 euro l'anno, senza che la situazione attuale gli consenta di fare quasi nulla. La proposta é che l'esercito dei navigator sia sostituito o affiancato dall'esercito dei “culturator”, un vero e proprio esercito culturale che, dotato di un reddito di continuità, dia una spinta al paese, offrendo lezioni, seminari, conferenze, sostegno culturale individuale, sostegno culturale alle famiglie, gratuitamente e su tutto il territo-rio nazionale, con particolare riferimento alle periferie e ai piccoli centri”.
La ripartenza, nonostante la crisi, con la fuga dal centro verso le periferie, secondo Veronesi, va interpretata come opportunità di stimolo e di creazione dal basso, attraverso un legame più stretto fra la comunità socio-culturale e il suo territorio.
“Occorre individuare spazi di quartiere, quartieri stessi, strade, per l’esecuzione artistica, la città come teatro, il quartiere come palcoscenico. I residenti stessi potrebbero essere spettatori ma an-che protagonisti della creazione artistica.
Bisogna far rinascere la creazione contemporanea: gran parte dello spettacolo dovrebbe tornare ad essere contemporaneo, commissionato, opere, performance, body art, musica, elettronica, poesia, che sappia coniugare l’atto artistico con l’ambiente circostante.
Una rivoluzione della cultura che è l’agenda per la ripartenza, anche in materia ambientale.
E da Milano- conclude Veronesi - proprio davanti al tempio della cultura mondiale, spero che queste catene comincino ad essere spezzate”.
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