Nel sud dell’India si stanno vivendo ore terribili. Le fortissime piogge torrenziali monsoniche che stanno colpendo negli ultimi giorni lo stato del Kerala, una popolare destinazione turistica con meravigliosi paesaggi, cascate e spiagge stupende, non smettono di provocare disagi. Un idillio infranto da un clima impietoso che ha causato alluvioni, frane, crolli di case e ponti, generando solo in qualche giorno quaranta vittime e migliaia tra sfollati e feriti. Interrotti i servizi aerei, quelli dei treni e ben diecimila chilometri di strade danneggiate. Le autorità hanno chiesto ai turisti di non avvicinarsi alla stazione di montagna di Munnar, nel distretto di Idukki, a causa delle alluvioni. Vige anche l’obbligo di evitare il tempio di Sabarimala a causa dell’aumento del livello dell’acqua del vicino fiume Pampa. Sabarimala, centro di pellegrinaggio indù nella catena montuosa del distretto di Pathanamthitta, attrae circa quarantacinque milioni di credenti ogni anno. Purtroppo la situazione è precipitata. Il bilancio attuale sale a centoquattordici persone rimaste uccise. Lo riferisce in queste ore concitate l “'Economic Times” in India. Secondo la “Bbc” online inoltre, gli sfollati sono centocinquantamila. Il governo centrale ha schierato ieri tutte le forze armate per una massiccia operazione di soccorso, mentre quello locale ha lanciato appelli alla popolazione a non ignorare gli ordini di evacuazione.
E.R.
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