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Alternativa per l'Italia, intervista a Simone Di Stefano

Aggiornamento: 13 lug 2022


Insieme a Mario Adinolfi, ha fondato questo nuovo partito, "Alternativa per l’Italia". Nella galassia della Destra italiana, quali saranno gli elementi peculiari e distintivi?

La parola “destra” va abbastanza stretta a me tanto quanto a Mario Adinolfi. Facciamo fatica a definirci esclusivamente in questa parola, destra e sinistra sono categorie che stanno perdendo di significato molto rapidamente. Alternativa per l’Italia è una alleanza fra due movimenti, non un nuovo partito. I tratti peculiari della nostra alleanza sono: posizionarsi fortemente nell’area di dissenso e di opposizione al Governo fallimentare di Mario Draghi, scongiurare e preparare una feroce opposizione al futuro governo “Draghi bis” che verrà. Sappiamo infatti già tutti che, per come è strutturata la legge elettorale, non ci sarà possibilità di vittoria per nessuno degli schieramenti, e si andrà inevitabilmente dopo il solito pareggio, al governo tecnico successivo, di cui già si parla, che molti già invocano o “pretendono”. Noi abbiamo il dovere di portare tutta l’opposizione possibile in Parlamento a combattere contro questo sistema di “governi tecnici”, che prendono ordini direttamente da strutture sovranazionali come la BCE, il World Economic Forum, l’OMS, l’Unione europea e via cantando. Un super Stato senza alcun mandato popolare che punta ad annichilire la libertà individuale, schiacciare il dissenso con un violento uso della tecnologia e della digitalizzazione dell’individuo. Serve un’opposizione vera, reale, concreta e forte, che fino ad oggi non c’è stata. Smussando gli angoli: non condivido molte posizioni etiche di Mario, Exit (il mio movimento) al contrario de Il Popolo della Famiglia di Mario, non tratta temi etici, ma cerca di risolvere magari gli stessi problemi con soluzioni economiche e sociali; ecco, Alternativa per l’Italia sarà la sintesi di tutto ciò che ci unisce e darà la possibilità di incontrarsi e lavorare insieme contro il nemico comune.

Erodendo consenso a destra, flirtando con le posizioni del NO, non si rischia di fare un fare un regalo al campo largo del centro sinistra?

Noi non intendiamo erodere consenso esclusivamente a destra, ma ovunque, perché gli italiani stanchi, stufi, arrabbiati, delusi, ma soprattutto oppressi, perseguitati da tutte politiche che abbiamo visto attuarsi negli ultimi due anni, sono milioni, e non sono solo di destra, non sono solo di sinistra. E’ cambiato il mondo rispetto all’inizio della legislatura nel 2018. Abbiamo subito il covid, la pandemia, il green pass, le discriminazioni, gli obblighi vaccinali surrettizi, i lavoratori lasciati a casa senza stipendio, gli anziani lasciati morire da soli sugli ospedali e mille altre infamie che non possono essere cancellate. Ci sono milioni di italiani che sono lontani dalla politica, che non vanno semplicemente più a votare, che non si fidano più dei vecchi partiti e che hanno bisogno e hanno voglia di avere un progetto politico forte a cui dare il loro sostegno. Quindi, parliamo di qualcosa che necessariamente dev’essere trasversale, non può collocarsi a destra, a sinistra, ma deve abbracciare un campo molto largo e molto vasto. Francamente, di quello che succederà al centro-destra poco mi interessa, non sò a Mario. Ma, ripeto, per me adesso votare centro-destra, o centro-sinistra, soprattutto con questa legge elettorale che è stata scritta per pareggiare, vuol dire votare per il futuro governo tecnico. Come si fa a definire il centrodestra, in antitesi col centrosinistra? Lega e Forza Italia sono ancora oggi al governo insieme al Pd, al M5Stelle e a Speranza. Sono esattamente nello stesso campo, e nello stesso campo saranno nella prossima legislatura. Noi saremo nel campo avversario, dove oggi non c’è nessun partito, ma dove ci sono milioni di italiani.

Quale è il bacino elettorale di riferimento, su quali percentuali viene accreditato il nuovo partito?

Il bacino elettorale è ampio, come ho già detto in precedenza, parliamo di milioni di italiani traditi, senza casa politica, che si astengono dal voto, che non vogliono più votare i partiti tradizionali. Questa nostra alleanza, al momento viene attribuita ad un 2%, e può crescere ulteriormente, sicuramente fino al 4,5/5%. Ma con i dovuti stimoli mediatici la coppia Adinolfi/Di Stefano, che sicuramente è una coppia che fa molto rumore, può crescere molto, molto di più. Ovviamente la nostra intenzione è quella di convergere, aggregare tutto quel panorama vasto dell’opposizione, che oggi è diviso e che ha bisogno di trovare un momento di dialogo. Quindi siamo intenzionati a lavorare con tutti, siamo intenzionati ad aprire la nostra formazione a chiunque e a trovare il modo, quale che sia, per andare tutti quanti assieme. A quel punto il panorama e le

aspettative politiche possono essere veramente eclatanti.


di Stefano Alessandrini


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