Senatore Cangini, Giancarlo Giorgetti ha lanciato la sfida. Al di là dei successivi fumi di pace, vorrebbe portare la Lega su posizioni più moderate e dentro il Partito Popolare europeo. Matteo Salvini ha di fatto restituito la proposta al mittente, arroccandosi su posizioni presumibilmente ancora più conservatrici, di cui è un inquietante segnale la sua ventilata riesumazione della pena di morte. Giorgia Meloni ha da tempo imboccato la stessa strada. Questa rincorsa parallela dei vostri due alleati verso posizioni sempre più di destra, allarga di fatto lo spazio e il potenziale consenso di Forza Italia?
Intanto non mi sembra che quella di Giorgetti sia auna sfida, anche se magari sarebbe un bene per la Lega, se lo fosse. Giorgetti ha dato voce a tutti quelli che nella Lega hanno responsabilità di governo, sia che siano ministri, governatori o sindaci. Costoro pensano tutti quello che Giorgetti dice. Per tutti loro i voti, che Salvini è senza dubbio il più bravo a ottenere, rischiano di essere inutilizzabili, se Salvini non cambia la scelta degli argomenti, i toni e, soprattutto, la collocazione europea. Non si può pensare di governare un Paese strutturalmente fragile, come l’Italia, contro l’Europa, nel momento in cui l’Europa, mai come oggi, ha dimostrato non solo di avere una sensibilità politica, ma anche di riuscire a sostenere i debiti degli Stati, contro il parere dei falchi nordeuropei e dei sovranisti dell’Est.
Non ha risposto ancora alla domanda sullo spazio politico che la rincorsa a destra degli alleati concede di fatto a Forza Italia…
Mai come oggi, c’è bisogno di un partito saldamente ancorato alla Nato e all’Europa, con radici profonde nella cultura e nel metodo liberali. E’ il ruolo che spetta a Forza Italia. Bisogna, però, che Forza Italia lo eserciti senza timore perché o si creano le condizioni perché il centrodestra guadagni, da qui alla fine della legislatura, quella credibilità che gli manca oppure le prossime elezioni le perderemo. E aggiungo che, se non perderemo le elezioni, perderemo di lì a poco il Governo.
Non c’è il rischio che dentro Forza Italia si rinforzi il fronte di quanti, in nome del moderatismo, del liberalismo e dell’europeismo, che appartengono al patrimonio storico di Forza Italia, reclamano una presa di distanza dalle posizioni di questa ultradestra in divenire?
L’eventualità, di cui lei parla, è nelle cose. Il problema è quali sono eventualmente le alternative. Io spero ancora, nonostante tutto, che ci sia un sussulto di senso politico all’interno dei maggiori partiti della coalizione, non solo della Lega, ma anche di Fratelli d’Italia. Se questo non avverrà, sarà difficile pensare ancora al centrodestra, come a un’alternativa al centrosinistra, perché il centrodestra non si sarà messo nelle condizioni di rappresentare un’alternativa. Dovesse andare così, saranno tutti liberi di fare le scelte che credono. Personalmente l’ipotesi della maggioranza Ursula non mi piace affatto. A quel punto, non mi sentirò obbligato a continuare a fare politica a tutti i costi. O si riesce a dar corpo a un centrodestra vagamente autorevole, o tornerò a fare il mestiere di giornalista.
di Antonello Sette
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