…ma gli ombrelli li mettono i privati: risposta al comunicato della Cisl Medici Lazio da A.N.I.S.A.P. Lazio – Associazione Nazionale Istituzioni Sanitarie Private
La Cisl Medici Lazio, con una metafora d’effetto, denunciano l’ingresso del Decreto commissariale regionale n. 71, pubblicato il 4 giugno scorso, quale ennesima riprova del favore regionale per la specialistica ambulatoriale privata, ai danni della buona Sanità Pubblica. Evidentemente il provvedimento non è stato compreso, oppure semplicemente non è stata accuratamente letta la dicitura “senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale”, che è stata sapientemente inserita per avvisare che, a fronte dell’ingresso di tutte le prestazioni sanitarie del nomenclatore regionale anche nel pannello prestazionale degli erogatori accreditati, neppure un centesimo verrà stanziato da parte della Regione Lazio: nessun “acquisto dai privati di tutte le prestazioni di specialistica ambulatoriale comprese nel nomenclatore tariffario regionale”, come suggerisce la Cisl Medici Lazio, ma una manovra di dubbio effetto sull’assistenza sanitaria . Allargare l’elenco delle prestazioni “convenzionate”, illude i pazienti che sia garantita una migliore assistenza, ma l'invarianza di budget gliene precluderà comunque l’accesso, perché i fondi saranno più rapidamente esauriti per aumento della domanda. Ciò che sembra una migliore assistenza non muta il fatto che, ora come allora, i cittadini laziali dovranno sborsare di tasca propria i denari per ricevere una corretta e celere diagnosi, ed anzi peggiorerà sensibilmente l’accesso alle prestazioni, anche per quelle patologie che si riusciva sinora a coprire. Escludendo che la sanità privata proceda ad una “ripartizione" del budget sulla base di criteri “unilaterali” (per quanto condivisibili) di priorità, l’unica alternativa rimane quella di erogare le prestazioni “a sportello”, fino ad esaurimento del budget ma con le conseguenze esposte, oppure di creare ulteriori liste d’attesa, non solo per le prestazioni che già erano sottoposte a questa necessità, come quelle di diagnostica per immagini, ma anche delle prestazioni normalmente ad accesso diretto, come quelle del Laboratorio d’Analisi, con inevitabili ripercussioni sui cittadini. Quindi tanto tuonò che piovve…ma gli ombrelli li dovranno mettere, ancora una volta, gli operatori privati. Roma, 12/6/2020
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