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Antonella Cortese: L’EDUCAZIONE all’AMORE deve perciò entrare nell’agenda del paese.



Ennesimo episodio di femminicidio, una giovane donna di 34 anni di Bergamo, il compagno di 42 anni ora in carcere, non era nuovo ad episodi di violenza sulla compagna, già nella notte tra il 30 e il 31 marzo, ma inizialmente il presunto aggressore, ancora più grave che la madre della vittima lo abbia coperto. Indagata anche la madre della vittima, che ha continuato a sostenere la posizione del presunto omicida. Purtroppo la piaga della Violenza sulle donne ha raggiunto dimensioni drammatiche. Ne’ bastano la prevenzione, i pacchetti sicurezza, la corsia preferenziale per ascoltare entro tre giorni le vittime di minacce e Violenze, come dispone il “codice rosso “ , non bastano le diffide , i braccialetti elettronici, il sostegno economico alle vittime, e non bastano la paura e la prudenza delle donne. Tutti rimedi necessari e doverosi , anzi tardivi , ma insufficienti . Perché intervengono a disinnescare una Violenza potenziale che si è già costituita , dentro o fuori la relazione di coppia. Bisogna affrontare una grande questione culturale e civile irrisolta, che si chiama relazione tra uomo e donna , che ha attraversato le ultime generazioni, mutando i suoi connotati ma senza perdere il suo potenziale carico di Violenza. Dal dominio maschilista parzialmente contenuto nelle forme dell’educazione dei nostri padri e nonni , siamo passati alla competizione tra i sessi esacerbata da un inedito analfabetismo degli affetti. Un esito che di fatto rischia di vanificare i vantaggi sociali dell’emancipazione femminile. L’EDUCAZIONE all’AMORE deve perciò entrare nell’agenda del paese.

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