I controlli della Polizia Municipale a Mariglianella, comune della città metropolitana di Napoli, nei terreni di Antonio di Maio, padre del ministro dello Sviluppo Economico e vicepremier Luigi di Maio, ha portato al ritrovamento di scarti edili, residui ferrosi e pezzi di igienici, con la conseguente iscrizione nel registro degli indagati e il sequestro delle aree appartenenti alla famiglia di Maio. Un atto dovuto quello dell'iscrizione nel registro degli indagati, dopo che la procura di Nola aveva aperto un fascicolo sulla vicenda dopo i controlli.
Antonio di Maio quindi è indagato per deposito incontrollato di rifiuti; la polizia ha trovato abbandonati sul terreno della vecchia masseria di famiglia scarti edili, residui ferrosi e pezzi di igienici; e poi vecchi secchi, una carriola e rifiuti inerti. Per la stessa Agenzia regionale di protezione ambientale, l'Arpa, la definizione di rifiuti inerti è la seguente: «Sono rifiuti inerti i rifiuti solidi che non subiscono alcuna trasformazione fisica, chimica o biologica; i rifiuti inerti non si dissolvono, non bruciano né sono soggetti ad altre reazioni fisiche o chimiche, non sono biodegradabili e, in caso di contatto con altre materie, non comportano effetti nocivi tali da provocare inquinamento ambientale o danno alla salute umana. La tendenza a dar luogo a percolati e la percentuale inquinante globale dei rifiuti, nonché l’ecotossicità dei percolati devono essere trascurabili e, in particolare, non danneggiare la qualità delle acque superficiali e sotterranee».
Il legale della famiglia, l'avvocato Saverio Campana, non rilascia alcun commento ufficiale; ma alcune testate riportano dichiarazioni che lo stesso avvocato non conferma, come questa sul sequestro dell'area: «È un'ipotesi astratta, il sequestro serve all'Anpac a stabilire se quanto rinvenuto sul terreno rientri o meno nella categoria dei rifiuti. E se così fosse, basterebbe la semplice rimozione dei rifiuti a estinguere automaticamente il reato».
Il pubblico ministero intanto ha convalidato il sequestro disposto dalla Municipale su un cantiere edile a Marigliano, di cui è direttrice dei lavori la sorella di Luigi di Maio, Rosalba.
Non è la sola grana giudiziaria cui sta andando incontro la famiglia di Maio. Un servizio de "Le iene" aveva scatenato la polemica per l'accusa di aver pagato un dipendente in nero: Salvatore Pizzo, di Pomigliano d'Arco, accusava il padre del vicepremier di aver lavorato in nero per due anni, oltre ad essersi fatto male nel suo cantiere. Luigi aveva smentito tutto dicendo di non sapere di lavoratori in nero e che il lavoratore aveva fatto bene a denunciare la cosa, perché così dovrebbero fare tutti. E poi per la denuncia dei redditi del 2017, in cui Antonio di Maio aveva denunciato 88 euro.
La famiglia di Maio, insomma, viene osservata sotto la lente d'ingrandimento giudiziaria, e sarebbe bene domandarsi il perché anche perché i "rumours" del Transatlantico della Camera dei Deputati fanno pensare che questo sia solo l'inizio.
Forse anche per questo il leader dei 5 Stelle ha sciolto l'azienda di famiglia, "Ardima srl", con Luigi che ha incaricato della liquidazione il fratello Giuseppe. In sua difesa si spende l'altro vicepremier, Matteo Salvini: «Di Maio da una settimana è vittima di attacchi di ogni tipo, basta. Chiedo a quelli che attaccano in maniera gratuita e preventiva me, Luigi, Conte e il governo di giudicare dai fatti, dai risultati e dagli obiettivi. Non andate a sbirciare dal buco della serratura».
A giorni poi arriveranno gli atti per l'avvio del procedimento per l'abbattimento dei manufatti abusivi e per la rimozione dei rifiuti; atti già consegnati in Comune a Pomigliano d'Arco. Con la notifica dell'avvio del procedimento la famiglia di Maio ha 10 giorni di tempo per presentare le proprie controdeduzioni e opporsi. Poi sarà il sindaco del Comune, Felice di Maiolo a decidere se emettere o meno l'ordinanza di abbattimento dei manufatti e rimozione dei rifiuti. Entro tre mesi poi la famiglia di Maio dovrà provvedere a proprie spese al ripristino dello stato dei luoghi.
di Paolo dal Dosso
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