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Antonio Saccone al quotidiano Avvenire: «Può essere l’evento che sconquasserà il centrodestra»



“Il governo Draghi sconquasserà il sistema politico italiano, centrodestra compreso». Ne è convinto il senatore Antonio Saccone, portavoce dell’Udc che ieri pomeriggio, rappresentata nella delegazione insieme a Forza Italia dal senatore Antonio De Poli, ha incontrato il presidente incaricato: «Chiediamo di tener fuori argomenti divisivi che mettono in discussione l’asse portante di un Paese in grave difficoltà, che si regge in larga misura, anche in quest’epoca di pandemia, grazie all’apporto delle famiglie». Dati in rotta di avvicinamento al Conte III, i tre senatori centristi hanno preferito restare all’opposizione e ora il loro sì a Draghi è convinto ed entusiasta.


Può essere l’occasione per un diverso centrodestra?


Dopo la saggia decisione di Mattarella, è il momento di uscire dai propri recinti per il bene del Paese. In particolare per il centrodestra, è il momento di lasciarsi alle spalle la retorica che vede l’Europa come la causa dei nostri mali. Come fondatori del Ppe auspichiamo che abbracci le tesi di De Gasperi, che vedevano nell’Europa e nella solidarietà tra i suoi popoli la chiave per garantire prosperità e pace. Basta con la demonizzazione dei Paesi alleati. Dobbiamo fare la nostra parte perché l’Europa, con il Recovery fund, la sua la sta già facendo.


La Lega è bene che entri o non c’entra niente con un governo europeista?


Non entro nel merito del loro dibattito interno, ma credo che non debba perdere questa possibilità. Deve comprendere che la pandemia ha cambiato gli schemi e i paradigmi della lotta politica. Per Salvini è la grande occasione per dimostrare, salvaguardando la sua identità, che è in grado di mettersi al servizio di una idea più grande del suo partito: aiutare l’Italia ad uscire dalle sabbie mobili. Da qui si può costruire un nuovo centrodestra, dove noi democratico-cristiani possiamo svolgere un ruolo di stabilità ed equilibrio.


Sul programma avete indicato la priorità della famiglia.


Dovrà essere centrale nella pianificazione della rinascita e perciò siamo per tener fuori provvedimenti che rischiano di minarla, come la dicitura "genitore 1" e "genitore 2" al posto di "padre" e "madre", o come il disegno di legge Zan che rischia di creare un reato di opinione, o norme liberticide come la depenalizzazione delle droghe cosiddette leggere. Sono proposte che non c’entrano niente con la rinascita dell’Italia. Anzi, vanno in direzione opposta.”

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