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Antonio Saccone: Ucraini, bianchi, neri e gialli. Con la natalità zero abbiamo bisogno di tutti



Onorevole Saccone, c’era una volta il centrodestra…


Il centrodestra c’era una volta, c’è e ci sarà sempre. Il tema è quale centrodestra. Il centrodestra che verrà deve prendere atto che è cambiato il mondo, prima con la pandemia e poi con la guerra. Non possiamo più rimanere impantanati con lo sguardo rivolto al passato, ma dobbiamo tutti compiere uno sforzo per costruire nuove iniziative politiche, nuovi temi e nuove prospettive. E’ questa la grande sfida che abbiamo davanti come centrodestra unito.


Resta il fatto che, ora come ora, non andate d’accordo quasi su niente. L’ultimo strappo è quello del neopacifista Matteo Salvini, pronto a bocciare la proposta di un aumento delle spese militari…


Guardi, nessuno di noi vuole a cuor leggero distrarre risorse, che sono sempre scarse, per rafforzare gli armamenti. Dobbiamo, però, prendere atto che si sta costruendo un nuovo ordine mondiale, a cui non eravamo più abituati, fondato sui rapporti di forza. Se noi non partiamo da questa realtà, rischiamo di rimanere fuori dal mondo. La Russia attacca l’Ucraina perché non ha dalla sua la bomba nucleare. Anche noi dobbiamo, quindi, attrezzare i nostri apparati difensivi e il nostro armamento. Avremmo voluto non farlo, ma purtroppo dobbiamo farlo. Putin ci costringe a ridisegnare le nostre priorità. Lei sa meglio di me che abbiamo vissuto settanta anni di pace, perché c’è stato un blocco non solo politico-ideologico, ma anche militare. La corsa agli armamenti negli anni ’70 e ’80, lei si ricorderà sicuramente Comiso e tutte le polemiche, che ne seguirono con la spaccatura del mondo cattolico, ha funzionato come deterrente all’utilizzo concreto delle armi.


Un’ultima domanda. Che cosa pensa, anche da cattolico, della posizione presa da una parte significativa del centrodestra e ribadita da ultimo dal senatore Ignazio La Russa, sulla distinzione fra profughi veri e buoni, quali sono gli ucraini e quelli falsi e cattivi, quali sarebbero quelli provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente?


A prescindere dal mondo cattolico e di chi parla a suo nome, che naturalmente rispetto, le mie idee non le ho mai cambiate. Sono rimaste sempre le stesse da prima della pandemia e della guerra. Dobbiamo partire da un presupposto. Nel nostro Paese la natalità è pari a zero. Non bastasse, ma ne è la conseguenza logica, abbiamo una piramide demografica al contrario, con una base molto piccola e un’altezza elevata e il numero degli over 65 in continua crescita. Il sistema previdenziale non regge più. Delle due l’una. O questo sistema lo cambiamo ammazzando il welfare sulle pensioni oppure dobbiamo necessariamente accelerare un processo di integrazione. Che questo processo di integrazione lo si faccia con gli ucraini o con persone, che fuggono da altri Paesi dilaniati da conflitti bellici e che vengono in Italia per trovare un lavoro e integrarsi, per me non cambia niente. E’ una distinzione che non posso assolutamente accettare. Chiunque viene in Italia in modo regolare deve essere ben accetto, bianco, nero e giallo che sia.


di Antonello Sette

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