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Antonio Saccone (Udc) stoppa l’accordo del centrodestra con CasaPound a Nettuno: «Incompatibili»



«Io non ho posto veti a nessuno. Non è nella mia natura, non è nella mia storia e nella storia del partito che rappresento. Io ho solo affermato con nettezza la netta incompatibilità dell’Udc con una forza politica come CasaPound». Il senatore e segretario regionale dellUdc del Lazio, Antonio Saccone misura bene le parole. Ma ribadisce con forza che l’ipotesi ventilata nei giorni scorsi, e poi naufragata, di un accordo tra le forze di centrodestra che a Nettuno sostengono per le elezioni comunali del 26 maggio il candidato a Sindaco del centrodestra, Alessandro Coppola e la formazione dell’estrema destra «non poteva che vedere la nostra netta e ferma contrarietà».


Ma come è andata questa storia senatore? Daniele Combi, segretario territoriale di Casapound, ha sostenuto che sarebbe stato il locale coordinatore della Lega, a proporre a CP di ritirare la candidatura a sindaco di Mario Eufemi e di confluire con la loro lista nella coalizione che sostiene Coppola. Anzi, Combi dice pure che gli sarebbe stato promesso un assessorato.

«Guardi, io ho letto sia la dichiarazione dell’esponente di Casa Pound che dice di aver avuto un incontro con alcuni esponenti del centrodestra, sia la nota stampa del candidato sindaco Coppola, ovvero che sarebbe stato il delegato della lista di CP a cercare il coordinatore della Lega per valutare la possibilità di un percorso comune e che in nessun momento si sarebbe parlato di assessorati in sua presenza. Rimane che l’Udc nella fase iniziale di questo confronto non è stato coinvolta. A noi ci hanno chiamato solo il giorno dopo l’incontro per conoscere il nostro punto di vista. In quell’occasione ho semplicemente espresso la nostra contrarietà a quest’accordo, non per la persona - mi dicono che Combi sia impegnato nel sociale – ma per l’irriducibilità dell’Udc ad una alleanza con una forza che si ispira al fascismo. Non ho detto che quell’accordo non si doveva fare, ho detto però che se lo volevano stringere si accomodassero pure, ma noi ci saremmo chiamati fuori dalla coalizione. Siamo incompatibili con tutte quelle forze che non pongono al centro la democrazia. Noto con soddisfazione che, alla fine, il candidato sindaco si è ravveduto e che è arrivato alla conclusione che non ci fossero i margini per un percorso comune del centrodestra con CasaPound. Archiviata questa vicenda mi auguro che il centrodestra si muova come un solo uomo per dare a Nettuno, che ha sofferto in questi anni l’immobilismo della precedente giunta targata 5 Stelle, un governo stabile, concreto e attento ai bisogni dei cittadini».


Saccone voi dell’Udc siete stati netti. Rimane però che nel centrodestra e non solo a livello locale, a Nettuno, ma nazionale, la Lega in più occasioni ha strizzato l’occhio ai fascisti del terzo millennio. Non negherà che l’alleanza con il Carroccio si fa sempre più complicata.

«Mi spiace che qualcuno a Nettuno abbia sottovalutato la portata politica di questa iniziativa nei confronti di CasaPound. Ne prendo atto e faccio sommessamente notare agli esponenti locali del centrodestra che in Europa il Ppe sta discutendo se tenere ai margini Viktor Orban o addirittura espellerlo. Come vede noi siamo coerentemente nel solco del popolarismo europeo e intendiamo restarvi. Dirò di più, un conto è confrontarsi con le forze cosiddette sovraniste - ché il confronto è non solo legittimo ma è il sale della democrazia – altra cosa è dialogare o, peggio, confondersi con una forza che per vocazione nega i principi della democrazia rappresentativa. Insomma, punti di convergenza con CasaPound non ci sono e non vi possono essere».


A proposito di Europa, come mai come Udc avete deciso di partecipare al voto per il rinnovo dell’europarlamento sotto il simbolo di Forza Italia?

«Perché, come ha detto il nostro segretario Cesa, se vincono i sovranisti ed i populisti rischiamo di ritrovarci fuori dall’Europa. Con Forza Italia abbiamo stretto un patto federativo per unire le forze di ispirazione popolare e rilanciare il progetto europeo, quello che fu di Adenauer e di De Gasperi. Certo l’Europa così com’è non è adeguata alle sfide del presente, ma un conto è migliorarla, un altro è portare indietro le lancette della storia. Noi invece vogliamo andare avanti costruire un Italia più forte in un’Europa più grande e più solidale».


di Giampiero Cazzato

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