Il Sottosegretario, consulente economico di Matteo Salvini, al centro di un'inchiesta sui rapporti tra le imprese criminali e la politica
«Diamo per scontato che siamo tutti corrotti e dobbiamo curarci, io penso che sia il contrario: siamo tutti persone corrette fino a prova contraria». Parlava così, soltanto pochi mesi fa – in appendice ad un accorato appello per sciogliere l'Anac (l'autorità anticorruzione) – il Sottosegretario e Senatore leghista Armando Siri, svegliatosi con un avviso di garanzia frutto di un'indagine coordinata tra le Procure di Palermo e quella di Roma. Corruzione per una somma di trentamila euro a fronte dell'impegno di inserire nel Documento di Programmazione Finanziaria una norma che estendesse i finanziamenti al settore cosiddetto mini-eolico, con valore retroattivo alla data della costituzione delle aziende facenti capo all'imprenditore pregiudicato (e oggi nuovamente in manette) Vito Nicastri.
Quella che coinvolge Siri – che ha definito la vicenda pura «follia» dicendosi «tranquillo» – è una storia torbida in cui la politica, il mondo delle imprese e il "mondo di mezzo" dei faccendieri giocano tutti un ruolo che le Procure stanno cercando di portare alla luce.
Il primo protagonista, l'uomo che avrebbe fatto da tramite tra l'imprenditore siciliano Vito Nicastri, detto il "re" dell'eolico (ai domiciliari per i rapporti con l'entourage del boss latitante Matteo Messina Denaro e oggi nuovamente in carcere per violazione dell'obbligo di non abbandonare il domicilio) e il mondo della politica, si chiama Paolo Arata, ex deputato di Forza Italia, docente universitario, faccendiere nel campo energetico con comprovati e solidi rapporti nel mondo istituzionale. Dalle indagini condotte dal Distretto Antimafia di Palermo e dalla Dia, risulterebbe che il faccendiere genovese abbia versato – o intendesse farlo – una somma di trentamila euro in favore del Sottosegretario Armando Siri della Lega, con cui intratteneva rapporti mirati ad accrescere il giro della sua attività. Lo stesso Arata che, anni or sono, fu convocato, assieme ad altri professori universitari, da Matteo Salvini per stilare il programma economico della Lega in vista della campagna elettorale. Grazie alla collaborazione degli inquirenti palermitani, che hanno inviato ai colleghi di Roma lo stralcio dell'inchiesta riguardante i rapporti intrattenuti da Arata con esponenti della politica a Roma, le due Procure stanno portando avanti indagini coordinate. Proprio oggi i Procuratori aggiunti Paolo Guido e Paolo Ielo (delle Procure di Palermo e Roma) hanno disposto perquisizioni in Sicilia, negli assessorati regionali Energia e Territorio, per acquisire le carte e le informazioni sulla natura degli appalti e le autorizzazioni rilasciate dalla Regione in materia di impiantistica energetica. Secondo le ricostruzioni dei pm, infatti, Arata sarebbe riuscito prima ad entrare in contatto direttamente con l'assessore all'Energia Pierobon, per mezzo della sua conoscenza del Presidente della Regione Gianfranco Micciché, a sua volta contattato dal fratello di Marcello Dell'Utri, Alberto, e in seguito, quando l'iter normativo si era spostato sull'assessorato al Territorio e all'Ambiente (per il via definitivo previo Valutazione dell'Impatto Ambientale), con l'assessore Cordaro. Una vasta rete di conoscenze e intercessioni che hanno permesso al faccendiere di raggiungere tutte le figure di garanzia e controllo del corretto svolgimento dell'impresa nel settore energetico. Impresa, quella di Arata, in stretta collaborazione con Vito Nicastri che, nonostante l'arresto e una maxi confisca per un miliardo di euro circa, continuava ad essere attivo nel settore energetico grazie alla conoscenza del faccendiere genovese e all'utilizzo di vari presta nome.
Nel filone siciliano dell'inchiesta, oltre a Nicastri e Arata, sono coinvolte altre sette persone: c'è il figlio di Paolo Arata, Francesco, in Sicilia per curare i rapporti con la famiglia Nicastri e in particolare con Manlio, figlio dell'imprenditore Vito Nicastri. Accusati di corruzione l'ex dirigente dell'assessorato Energia della regione Sicilia Alberto Tinnirello, assieme al collega Paolo Causarano, così come un altro funzionario pubblico del comune trapanese di Calatafimi, Angelo Giuseppe Mistretta, che avrebbe favorito il via libera alle autorizzazioni per l'impiantistica delle aziende della galassia Arata-Nicastri a fronte di una tangente.
La notizia dell'indagine a carico del consulente economico di Matteo Salvini, quell'Armando Siri mente dietro il sogno leghista della flat tax, apre una riflessione interna alla maggioranza. Non ha perso tempo il vicepremier grillino Luigi Di Maio, che ha invocato le immediate dimissioni del Senatore genovese in nome dell'intransigenza che deve regnare in situazioni che vedono esponenti governativi accostati ad indagini in ambito penale. Il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha già reso noto di aver ritirato le deleghe in capo a Siri, mentre il premier Conte, interpellato dalla stampa, ha dichiarato che sulle dimissioni del leghista «decideremo dopo esserci incontrati». Il leader del Carroccio Matteo Salvini ha espresso solidarietà al Senatore affermando che «lui resta perché onesto», il tutto a poche ore dalle dimissioni del presidente della regione Umbria, a guida Pd, dopo lo scandalo sulla sanità, dimissioni invocate in primis proprio dal leghista.
di Alessandro Leproux
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