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Arturo di Mascio (Imprenditore) intervista a “RES PUBLICA”



Arturo di Mascio, imprenditore nel settore turismo, ci racconta in un intervista le sue paure, le sue perplessità e le sue speranze di ripresa.



E’ più speranzoso, dopo l’accordo chiuso in Europa?

«Ottimista è dire poco, mi complimento con il Premier Conte per aver portato a casa 209 miliardi. Noi oggi ci troviamo in un posizione particolare, molto difficile, ad oggi l’Italia sta morendo, e posso dirle con assoluta certezza che gli imprenditori sono delusi dal trattamento ricevuto.»

Qual è l’aspetto che la delude di più?

«Senza alcun dubbio lo Stato, attualmente Governato dal Presidente Conte, non ha rispetto degli imprenditori, perché stanno “morendo”, e anziché aiutarci annullando del tutto le tasse visto il lockdown che c’è stato nei mesi precedenti che ci ha visti chiusi in casa senza possibilità di lavorare, il Premier non riesce a rendersi conto di quanto stiamo annaspando, e di come rischiamo ogni giorno di non riprenderci più.»

Il Turismo è il settore più colpito, è il traghettatore del nostro Paese, sono le multinazionali, rispetto al piccolo imprenditore a soffrirne di più, perché manca il turista, risorsa irrinunciabile per voi

«Il nostro settore ad oggi registra dati allarmanti, meno l’80% di turisti, questo dimostra come stiamo fallendo, e lo stato ci ha completamente abbandonati, tappandosi occhi e orecchie. Com’è possibile? Siamo il 13% del PIL, come possono non rendersi conto della gravità della situazione e che necessitiamo di aiuti a fondo perduto? Basta, siamo stanchi!»

Il nostro Paese ha bisogno di liquidità, ha bisogno di fondi subito, non tra sei mesi, mi sbaglio Dott. Di Mascio?

«Tra 6 mesi noi moriremo, non possiamo aspettare ancora, abbiamo ancora forse qualche mese di autonomia, dopo di che la maggior parte delle strutture chiuderà, non hanno possibilità di andare avanti, parlo di alberghi, ristoranti, bar, pub. Aspettare il 2021 per farci direttamente il funerale? Non possiamo permettercelo.»

Dott. Di Mascio, ci racconta parte della sua storia imprenditoriale? Così da capire come operano le diverse Nazioni rispetto a noi, lei che ha operato in diversi Paesi come gli Stati Uniti?

«Gli Stati Uniti, ha messo fondi veri a disposizione di famiglie e imprenditori, nonostante le lamentele degli americani nei confronti di Trump, in questa emergenza sanitaria, è stato impeccabile. La Merkel ad esempio, ha dato liquidità a fondo perduto per 3 mesi a tutti gli imprenditori, senza conferenze stampa in pompa magna, senza annunci particolari, senza chiacchiere inutili, ha agito. Il nostro Governo dovrebbe prendere esempio.»

Auspicava ciò dal nostro Governo, anziché tante belle parole?

«Oggi capisco perché tanti imprenditori si tolgono la vita, perché molti non hanno modo di affrontare le spese e i danni portati da questo Covid, e sono molto di più di quelli che leggiamo, ad oggi lo Stato non ha disponibilità liquida, quindi garantisce lui per eventuali finanziamenti bancari, che effettivamente non danno perché c’è troppa burocrazia, nel 2021 arriveranno i fondi ok, ma il problema è oggi, molti imprenditori ancora attendono la cassa integrazione, il problema è oggi, nel 2021 il problema sarà diventato il fallimento, e, dal fallimento è difficile rialzarsi.»

Dottore, quando ha deciso di spostare le sue attività all’estero? Ma soprattutto quali sono le ragioni di questa scelta?

«Io non spostato nulla, ho creato nuovo lavoro in Italia, all’estero ho vissuto tanti anni, ed ho fatto diversi lavori imprenditoriali. Io sono italiano ed ho voluto investire nel mio Paese, e costruire lavoro qui, ma lo Stato non è vicino agli imprenditori, ma per dirla tutta non è vicino al popolo italiano.»

Quanti dipendenti ha lei Di Mascio? Sa in che condizioni versano i suoi dipendenti?

«Io con l’apertura di questi alberghi attualmente ho quasi 60 dipendenti. Ad oggi la metà ha percepito la cassa integrazione l’altra metà ancora attende. Sono in attesa dal mese di Marzo, e solo la metà ha appena ricevuto i fondi della cassa integrazione, e non è davvero una bella notizia.»

In conclusione, Dottore, cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno, questi fondi sono un opportunità, ma una grande responsabilità, siamo in grado? E’ ottimista?

«Auspico il Premier Conte, riesca finalmente a capire noi imprenditori, spero le imprese vengano aiutate davvero, perché noi siamo l’industria del mondo, è una frase retorica, ma il lavoro nobilità l’uomo, e ad oggi stiamo letteralmente morendo, servono investimenti e finanziamenti nei progetti, ma soprattutto la gente vuole lavorare, ha bisogno di lavorare.»

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