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Bacio gay in chiesa, rimossa la scultura dopo le proteste dei fedeli




La splendida romanica Pieve di San Martino ad Azzano, in provincia di Lucca, che si erge nel panorama di Serravezza ospita da dieci giorni alcune opere scultoree che portano la firma di altrettanti artisti, italiani e stranieri. Una delle molte operazioni culturali che vede protagonista l’arte nella bella terra di Versilia, dove vari comuni, anche piccoli sono soliti ospitare manifestazioni artistiche. Ora avviene che tra le sculture esposte nella chiesa romanica, ve ne sia anche una dal curioso titolo di “Polaroid” di Emanuele Giannelli, artista pietrasantino di adozione che raffigura un bacio tra due persone del medesimo sesso, collocata dal suo stesso autore su uno degli altari. Un bacio omosessuale posto dinanzi a un volto del Cristo, quasi a voler raffigurare, forse vogliamo ipotizzare, l’amor sacro e quello profano. Forse.


Le proteste dei fedeli, indignati per l’accostamento non proprio dei più riusciti, non si è fatta attendere e così, è stato deciso che l’opera incriminata venisse trasferita nel giardino benché il parroco, don Hermes Luppi, abbia tenuto a dichiarare di non aver personalmente nulla in contrario a collocarla in chiesa: «Per me quella scultura poteva rimanere dov'era, il Vangelo ci indica una strada di accoglienza e di tolleranza. Del resto con me non si era lamentato proprio nessuno» e aggiunge: «La chiesa si sta dimostrando quello per cui è nata: per il destino più ampio delle cose. In questi giorni ci sono artisti cinesi, e scultori tedeschi all’opera qui intorno, e tante opere d’arte Anche Michelangelo fu anche costretto a coprire le vergogne del Giudizio universale nella Cappella Sistina. L’arte, la filosofia e la religione, sono sempre aperte all’accoglienza. È la grettezza che mette dei limiti. Già il Vangelo duemila anni fa ci insegnava la tolleranza, e che lo spirito deve soffiare dove vuole in libertà».


Diversamente dal pensiero del sacerdote. il presidente della rassegna artistica "Cibart", che ha luogo proprio nel Comune di Serravezza, Matteo Marchetti dichiara: «Forse abbiamo preso una decisione azzardata nel mettere quell'opera dentro la chiesa e proprio per evitare di alimentare un caso abbiamo poi deciso di metterla fuori».


La pieve è strettamente già legata all’arte scultorea, perché da sempre chiamata “la chiesa di Michelangelo”, in quanto leggenda vuole che “il divino” artista in persona abbia scolpito il rosone che adorna la sua facciata. intanto, Giannelli, l’artista contemporaneo della scultura oggetto di polemiche dichiara che “Polaroid”: «È un lavoro di due o tre anni fa, dedicato al bacio come emozione primaria dall’essere umano, che scaturisce tutta una serie di reazioni chimiche. Il bacio è un gesto d’amore che venga fatto fra due persone di qualsiasi sesso o no. Non mi interessava l’omosessualità, anche se c’è logicamente. Il gesto del bacio nell’arte, come quelli di Rodin o di Klimt». Resta comunque il fatto, storicamente accertato, che mai Michelangelo accettò di ricoprire i suoi “nudi” nella Sistina, tanto che venne chiamato a farlo il pittore Daniele da Volterra, da allora noto universalmente proprio per questo con il soprannome di “Braghettone” e che non vi compare, mai in nessuna opera d’arte sacra, nessun bacio né atteggiamento omoerotico, quindi, a volte, trovare una giustificazione plausibile a scelte magari suscettibili di maggior attenzione, è forse ancor peggio dell’opera d’arte in sé.



DPF

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