«È una questione di buon senso convergere verso un'intesa». Mario Draghi invita il governo a fare un passo indietro sulla legge di bilancio bocciata dalla Commissione Europea. «Anche io sono per un accordo, ma sulle nostre posizioni» è la replica del vicepremier Matteo Salvini.
Il dopo direttivo della Banca Centrale Europea è tutto dedicato all'Italia e il presidente Mario Draghi ha prima riferito il pensiero del vicepresidente della Commissione Europea presente alla riunione del consiglio; che poi è quello già ampiamente espresso da Valdis Dombrovskis dopo la bocciatura della manovra economica italiana: bisogna rispettare le regole fiscali dell'Unione. Ovvio che anche Draghi fosse d'accordo, e che si rivolgesse proprio ai due vicepremier che hanno duramente commentato il responso europeo lo dimostrano le sue parole successive: «Prima di tutto si abbassino i toni e non si metta in dubbio l'euro. Poi si varino politiche che abbassino lo spread».
Ecco , lo spread: è questo differenziale tra i titoli di stato italiani e i bond tedeschi che si sta allargando. «Sta causando un rialzo dei tassi a famiglie e imprese» accusa Draghi che poi ammette di non sapere a quanto potrebbe arrivare. «Non ho la palla di cristallo, se sarà 300, 400 o altro» dice Draghi. A lui replica l'altro vicepremier, Luigi di Maio: «Draghi sa che il problema non è legato alla manovra economica ma alla paura dei mercati che il Paese possa uscire dall'euro. Noi nel contratto abbiamo inserito chiaramente che non vogliamo uscire dall'euro. I mercati quindi non devono avere questi timori, e faremo in modo di rappresentare questa posizione di restare nell'euro e nell'Unione europea in tutte le sedi istituzionali competenti».
Draghi poi è incerto sulle accuse lanciate dal commissario Moscovici di rischio contagio per altri paesi dell'Eurozona per l'allontanamento italiano dalle regole europee: il presidente della Bce dice di aver notato aumenti del tasso di interesse in alcuni Paesi, ma potrebbero essere dovute a fattori interni. «Forse ci sono alcune ricadute, ma sono limitate», ha detto Draghi.
Sulla possibilità poi che le agenzie taglino ulteriormente il rating dell'Italia Draghi ha detto che ci sono regole che porterebbero le banche italiane fuori dai meccanismi ordinari di approvvigionamento di liquidità tramite la Bce. Una prospettiva non gradevole visto che entro fine mese arriverà la valutazione di S&P's; ora siamo a Baa2, il gradino successivo è a un passo dal precipizio.
È da sottolineare comunque che il presidente italiano della Banca Centrale continua a mantenere la porta aperta a ogni opzione sul quantitative easing: dovrebbe terminare a dicembre, ma intanto prosegue al ritmo di 15 miliardi mensili.
di Paolo dal Dosso
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