Della Vedova, l’invasione russa continua a seminare morti e disperazione. Quasi un milione di ucraini hanno abbandonato le loro case, cercando rifugio al di là dei confini. Molti osservatori, penso ad esempio all’Anpi e a Fausto Bertinotti, sostengono che, in questo quadro drammatico e apparentemente senza speranze, l’invio di armi, a sostegno della resistenza del popolo aggredito, non sia stata una scelta felice. Quale è la sua posizione?
La mia posizione è la posizione del Governo, supportata dalla stragrande maggioranza del Parlamento italiano. Una volta che l’Italia e, prima ancora, l’Europa, hanno deciso di non intervenire militarmente, il rifornimento di armi al legittimo esercito ucraino, per potersi difendere dall’aggressione russa, credo fosse una scelta doverosa.
Che cosa pensa di chi ha sottolineato le responsabilità dell’Occidente, che avrebbe sottovalutato le mire espansionistiche di Vladimir Putin e, in qualc
he caso, addirittura flirtato con lui?
La responsabilità di quanto sta accadendo è solo di Putin, che ha deciso un’operazione militare brutale, ingiustificata e ingiustificabile e ha invaso con il suo esercito un Paese libero e sovrano. E’ certamente vero che in Europa, ma non solo, e anche in Italia, in molti, fra cui anche politici, hanno sempre considerato Putin un leader quasi di riferimento e persino il difensore dei valori cristiani. C’è stato chi ha detto che stava meglio a Mosca che a Berlino e a Bruxelles. Tutto questo ha creato un clima di favore nei confronti di Putin e fatto sì che, quando gli Stati Uniti ci hanno avvisato che quelle in corso non erano solo esercitazioni militari, ma preparativi di un’invasione, in molti ripetevano che non era una cosa possibile. Io, che non l’ho mai considerato un leader positivo, per tutto quello che faceva innanzi tutto nel suo Paese, penso che Putin andava, invece, considerato come un pericolo per l’Europa.
Pensa anche lei che Putin sia stato il principale riferimento dei sovranisti di mezza Europa?
Certamente da Marine Le Pen in Francia a Matteo Salvini in Italia e a Viktor Orban in Ungheria, Putin è sempre stato considerato un leader da ammirare e non da cui guardarsi. Questo è un dato di fatto.
Che cosa pensa dell’accostamento di Putin a Hitler?
Non sono uno storico. Io vedo quello che accade oggi. Vedo una guerra di aggressione contro il diritto internazionale, nel cuore dell’Europa, con una totale disproporzione dei mezzi in campo, fra uno degli eserciti più forti del mondo e un Paese che sicuramente non è in grado di reggerne l’urto militare. E’ una guerra di invasione nel cuore dell’Europa, oltre e contro i principi più elementari del diritto internazionale. Peraltro, probabilmente Putin si aspettava di poter concludere le operazioni molto più velocemente e non aveva messo in conto una reazione così forte delle democrazie occidentali. Non c’è stata divisione in Europa e neppure fra Europa e Stati Uniti.
Pensa anche lei che Putin potrebbe aver fatto l’errore del vita, rischiando di rimanere isolato, non solo a livello internazionale, ma anche all’interno dei confini del suo Paese? I russi stanno gridando al mondo che questa non è la loro guerra…
E’ certamente la guerra di Putin. Non è la guerra dei russi. Le sanzioni economiche, mai messe in campo sino a ora con on questa ampiezza e con questa durezza, hanno l’obiettivo di far crescere la consapevolezza, nell’opinione pubblica, fra gli imprenditori e tutti quelli che hanno degli interessi in Russia, che questa guerra di Putin si ritorce contro di loro e l’intero Paese.
di Antonello Sette
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