Il più promettente Paese per infrastrutture di settore e nautica medio/alta? Il Brasile post Covid.
“Vi e’ stata una visione distorta del settore negli ultimi anni che ha portato a considerare la nautica, da parte di quasi tutti gli orientamenti politici, come una sorta di ‘bancomat senza massimale’ da cui attingere fiscalmente senza misura” così Nunzio Bevilacqua giurista d’impresa e esperto economico internazionale.
“Parlerei più di problemi al plurale: come continuare ad avere un’intima, quantomai ‘ossidata‘ convinzione politica ‘multipartisan’ che il settore navale, ‘privilegiato’, resti sempre rigido nella sua richiesta di beni nonostante la pressione fiscale interna globale continui a lievitare” prosegue l’esperto “c’è un ‘pregiudizio fiscale’ a monte secondo cui il bene nautico di ampio valore sia in qualche modo sospetto in se’, così come la nautica diportistica sia una cosa quasi voluttuaria per cui una forte pressione fiscale, con l’applicazione di presunzioni fiscali a volte prive di ‘ancoraggio’, andrebbe a rappresentare un qualcosa di quasi ‘moralmente giusto’.
“La nautica e’ un ‘millefoglie di ricchezza’ di economia reale, che si poggia su molteplici filiere interdipendenti, con ricadute territoriali ad ampio spettro merceologico, ultimo ausilio per il commercio di prossimità, nelle aree marittime, dopo la desertificazione di molteplici attività a seguito dello smart working post-Covid”
Quanto alla concorrenza fiscale da parte di altri Paesi europei prosegue Bevilacqua “la stessa, che noi non sappiamo o forse più colpevolmente non vogliamo attuare, e’ una facoltà legittima di ogni Paese nell’essere, con dei limiti che dovranno essere in futuro più definiti, maggiormente attrattivi di altri; ciò facendo non solo priviamo il nostro Paese di ricchezza di importazione ma si da vita, inoltre, ad una fuga del nostro ‘patrimonio nautico nazionale’ avente una caratteristica ‘naturale’ mobilità extraterritoriale, del tutto legittima, seconda solo a quella finanziaria”
E l’esperto concludendo su quali possano essere le aree geografiche che nel post-Covid possano dare delle ottime opportunità da un punto di vista di aumento della domanda del bene nautico ad ampio spettro “in una realtà ampiamente disaggregata dopo lo tsunami Covid-19, difficile dire chi ne uscirà vincitore e chi sconfitto, ma se dovessi scommettere su di un Stato quanto a progetti in atto e vision di medio periodo, probabilmente in maniera erronea considerato settorialmente abbastanza ‘marginale’, punterei sul Brasile; lo stesso potrebbe rappresentare molto sia in termini di infrastrutture di settore, che per la nautica di medio-alto livello, complice i robusti investimenti prioritari e le molteplici marine che vedranno la luce nei prossimi anni nel Paese”
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