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Blitz nei Kebab in tutta Italia, scoperto traffico di droga gestito dall'Afghanistan e dal Pakistan



Droga e kebab. Dall’Afghanistan (fornitore), al Pakistan (dov’è la cupola criminale), al resto del mondo (mercati di spaccio). È stata scoperta una rete illegale diretta dal paese della capitale Islamabad, estesa in vari Paesi del globo, presente in molte città italiane, affidata a una fitta maglia di connazionali in diverse città dello Stivale, fatta di gestori di negozi d’abbigliamento, banchi ambulanti e pizzerie con in vendita il caratteristico spiedo verticale di carne. Con una geografia dello smercio criminale ben più ampia: Bologna, Reggio Emilia, Ravenna, Pistoia, Arezzo, Brescia, Roma, Monza, Milano e in alcuni paesi europei. Questo lo scenario dipinto dalle accuse dell’operazione "Lot bis" di Guardia di finanza di Bologna, Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria, coordinati dei sostituti procuratori Stefano Orsi e Michele Martorelli della Direzione distrettuale antimafia che hanno richiesto le misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale Domenico Panza. Emesse 31 misure cautelari (22 custodie cautelari in carcere e 9 obblighi di dimora), sequestrati beni per oltre due milioni di euro.


Stando alle carte, Bologna e Reggio Emilia sarebbero state le centrali operative italiane del traffico illecito. Particolare importanza avrebbe avuto la "cellula" scoperta in quest’ultima città dove sono finiti in manette tre fratelli, dai 46 a 35 anni di età: avrebbero organizzato l’esportazione della sostanza accordandosi con complici in Grecia e Spagna. Il mezzo di trasporto dell’eroina erano gli ovulatori, in grado di ingoiare a ogni consegna dai 400 ai 700 grammi di stupefacente, in base alla personale stazza fisica. Secondo gli accertamenti, i corrieri venivano reclutati dai loro stessi datori lavoro. Non tutti, ma per poche centinaia di euro (meno di 500) alcuni di loro accettavano il viaggio. Il quantitativo finale di droga sequestrata è considerevole ma non eguaglia le centinaia di chili (o più) che si scoprono in operazioni simili.


L’inchiesta ha verificato anche l’eventuale pista terroristica. Talvolta in altre indagini, come nel 2007 a Bologna, si è scoperto che i grossi trafficanti di eroina erano in realtà estremisti islamici che attraverso la droga finanziavano la loro “guerra santa”. Nel 2017, in base ai dati forniti nel maggio scorso dall'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc), in Afghanistan la coltivazione del papavero da oppio ha raggiunto un livello record coprendo, secondo le stime, 328.000 ettari, un +63% rispetto ai 201.000 ettari del 2016. E nel settembre precedente un altro numero importante su droga e migranti lo ha fornito l'Agenzia per la lotta alla criminalità dell'Unione europea. Sulle rotte del traffico di droga agisce un esercito di 30.000 "manovali" del crimine con una rete organizzativa che passa anche attraverso i social e un volume d'affari gigantesco impossibile da quantificare ma dell'ordine di miliardi di dollari. Tremila operano nel Mediterraneo e altri 27.000 si occupano dell'immigrazione clandestina attraverso le vie balcaniche o le rotte di terra di Asia e Africa.


di Fabio Di Chio

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