Aveva annunciato in mattinata che quello di oggi sarebbe stato “uno degli interventi più difficili" della sua esperienza politica, lasciando presagire una possibile rottura con la maggioranza, ma alla fine Renzi, nel suo intervento al Senato, ha comunicato la decisione di Italia Viva di respingere le due mozioni di sfiducia contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
"Ministro Bonafede, lei diceva: 'se c'è un sospetto, anche chi è pulito si dimetta'. No signor ministro, bisogna rifiutare la cultura del sospetto: certe sue espressioni sul giustizialismo ci hanno fatto male", ha detto l'ex premier, citando Falcone e rivolgendo un saluto all'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con riferimento alla vicenda della presunta trattativa Stato-Mafia. Il leader di Italia Viva ha detto di non poter credere che Bonafede abbia stretto "un qualche accordo con la mafia", aggiungendo: "Noi voteremo contro le mozioni di sfiducia anche se riconosciamo al centrodestra e a Bonino di aver posto dei temi veri. Le vostre mozioni non erano strumentali, lo dico, dicendo che non le voteremo per motivi politici". Infatti, ha spiegato Renzi, "Il presidente del Consiglio ha detto che in caso di sfiducia al ministro Bonafede avrebbe tratto conclusioni politiche. In questi casi il presidente del Consiglio si rispetta e si ascolta: presidente, lei si assume la responsabilità e noi la seguiamo. In un Paese che ha 31mila morti, l'11% di deficit stimato, che vede il debito pubblico verso il 160%, la disoccupazione prevista al 15% chi si ritiene un patriota istituzionale rispetta quello dice il presidente del Consiglio se fa parte della maggioranza". "Se il presidente del Consiglio - ha aggiunto il leader di Iv - decide di porre tutto il peso della sua autorevolezza politica con il ministro della Giustizia lo fa per un fatto politico, noi siamo conseguenti". E a proposito delle scarcerazioni dei boss mafiosi durante l'emergenza coronavirus ha detto: "c'e' stata molta superficialita' da parte del Dap e c'e' ancora molto da fare sulla prescrizione, e sul processo penale e civile". Ha poi concluso il suo intervento rivolgendosi direttamente allo stesso Bonafede, invitandolo a fare "il ministro della Giustizia e non il ministro dei giustizialisti", in questo modo, ha detto, "vedra' che ci avra' al suo fianco".
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