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Bozza: “Se non appoggia Palamara il centrodestra rischia il suicidio. Lui può vincere anche da solo"

Enrico Bozza, avvocato penalista, leader del partito “10 volte meglio”




Bozza ha letto il libro di Alessandro Sallusti, in cui l’ex Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara scoperchia il Sistema delle correnti che si faceva gioco della giustizia decidendo non solo le carriere dei magistrati, ma anche la promozione e, addirittura, l’esito di alcuni processi. E’ rimasto anche lei allibito? In molti forse sapevano, ma credo non fino a quel punto…

Sono rimasto esterrefatto leggendo “Il Sistema”. Si sapeva che qualcosa non andava nel mondo della magistratura, ma il libro ha riferito delle circostanze incredibili, che sono assolutamente lontane dal nostro concetto di democrazia e sfuggono a qualsiasi legittimazione giuridica e sociale. Parliamo di comportamenti inaccettabili, che andrebbe sanzionati.

Hanno provato, e stanno ancora provando, a fare di Palamara l’unico capro espiatorio, come se le malefatte della magistratura italiana che peraltro, a differenza di tutti gli altri, ha avuto il coraggio di denunciare, fossero ascrivibili solo a lui…

Secondo me, al contrario, Palamara dovrebbe essere il volano di un percorso nuovo, la leva su cui poggiarsi per riformare una giustizia malata nel profondo. In questo senso la sua ingiusta radiazione può trasformarsi in un’occasione. La società civile può ora contare su una persona esperta, che è stata dentro il Sistema e che alla fine del Sistema ha subito direttamente le conseguenze. Palamara è la persona più adatta a proporre una riforma per una giustizia finalmente giusta e anche efficiente. Lui ha trovato un Sistema che era già prestabilito e ha avuto la sola colpa di inserirsi in quel contesto. Con la sua denuncia ha trasformato una colpa in un pregio, quale è quello di poter riformare la giustizia, dopo averne conosciuto da dentro tutte le dinamiche. Come minimo può proporre idee e soluzioni, come nessun altro può fare.

Come sa, Palamara vuole portare la sua denuncia in Parlamento e per questo si è candidato alle elezioni suppletive per la Camera dei Deputati nel collegio romano di Primavalle. Che cosa pensa di questa sua scelta e anche delle titubanze del centrodestra, che fino al giorno prima lo aveva idolatrato come un santo?

Credo che quella di candidarsi sia una scelta molto coraggiosa. Dopo quello che gli è successo, Palamara ha il coraggio di chiedere un voto e, quindi, una legittimazione popolare. Fatta questa premessa, non capisco il motivo per cui i grande partiti, che si sono riempiti la bocca cavalcando in ogni modo le sue rivelazioni, ora si tirino indietro di fronte a un’occasione del genere. Un atteggiamento incomprensibile, che spero possano rivedere appoggiando Palamara alle elezioni suppletive di Roma. Avere Palamara in Parlamento sarebbe un grande arricchimento per il legislatore. Fra l’altro, il fatto che si candidi solo per la parte residua della legislatura sottolinea il coraggio di un uomo che vuole entrare in Parlamento solo per riportare verità e riformare della giustizia tutto quello che si può e si deve.

L’eventuale scelta di un candidato diverso da parte del centrodestra potrebbe rivelarsi oltretutto un boomerang e favorire la vittoria del rappresentante della sinistra, visto che il voto si dispererebbe in due rivoli attigui…

Da una parte questo è vero. Quando ci sarà la conta, potrebbe accadere esattamente quello che lei prospetta. Credo, però, che l’argomento, messo sul tavolo da Palamara, sia trasversale. Anche un elettorato di sinistra o di centrosinistra può votare Palamara perché lui porta avanti una riforma che non può essere catalogata di destra o di sinistra. Una riforma, che non è diretta solo a una parte politica. La giustizia è unica e per tutti. Non ha colore.

Palamara potrebbe, quindi vincere, anche se il centrodestra non lo appoggiasse?

Penso proprio di sì.

Voi di “10 volte meglio” lo voterete compatti?

Assolutamente sì. Voteremo Luca Palamara e faremo la campagna elettorale per lui.


di Antonello Sette

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