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Caccia ai libri da collezione nei negozi, furti su commissione e cleptomani



È allarme furto di libri. Ci sono sempre stati, ma ora queste “mani di velluto” tra gli scaffali sembra preoccupino un po’ di più i negozi di tutto lo Stivale, da Milano a Palermo passando per Roma. A essere presi di mira sono soprattutto i testi della Piccola Biblioteca Einaudi venduti un po’ ovunque nei megastore, come si chiamano adesso: fondo color grigio chiaro, sulla copertina titolo in rosso o in nero, in basso logo con lo struzzo della casa editrice accompagnato dal nome della collana.


E sulla costola del libro, messo in piedi di taglio, un tassello verde, giallo o rosso con impresso il numero di serie dell’opera. La copertina è morbida, ma il prezzo non è quello di un tascabile: si parte dai 22 euro e si sale, anche fino a dieci euro di più. I temi affrontati riguardano storia, antropologia, sociologia, saggistica in genere. «È vero, dice una libraia di una filiale Feltrinelli di Roma, siamo costretti a mettere i libri in ripostiglio e a tirarli fuori se qualcuno ce li chiede. I testi della Piccola Biblioteca Einaudi vengono rubati. Sarà perché costano più degli altri, sarà perché hanno la copertina dello stesso colore – continua – ma questi articoli sono a rischio. In alcuni giorni alla settimana da noi c’è un servizio di vigilanza interno, ma non è facile cogliere sul fatto questa gente. Alcuni ladri sono cleptomani, altri agiscono su commissione». «Lo penso anch’io, aggiunge la direttrice di un punto vendita Mondadori della capitale, Ilaria Milano, qualcuno è stato preso e ha detto che rubava i pezzi per portarli in un’altra libreria».


Può capitare di trovare la refurtiva dello Struzzo in vendita a prezzi stracciati anche su qualche banco in un mercatino della domenica. La Piccola Libreria Einaudi è presa di mira, ma ci sono anche altri testi che piacciano, come i classici Meridiani della Mondadori e i libri in blu della palermitana Sellerio. Tinta unita della copertina, numero di serie: elementi che possono scatenare il furto “maniacale”, chi ruba e poi si compiace osservando il suo trofeo messo in fila accanto agli altri? «I furti possono essere connessi alla cleptomania, a chi non riesce a controllare i propri impulsi – spiega la criminologa Antonella Cortese – ma anche all’avidità, oppure alla dipendenza, come la droga». Però non sempre l’atto di rubare ha una matrice patologica. «Per esempio – sottolinea l’esperta – si può essere spinti al gesto dalla disperazione, perché si vuole colmare un temporaneo vuoto emotivo. Oppure può succedere che si rubi senza riflettere, come capita ad alcuni giovani, solo per soddisfazione». Alla Einaudi di Milano il fenomeno non fa storcere il naso ma neanche impensierisce più di tanto. Sdrammatizza una battuta finale della criminologa Cortese: “Siamo tutti un po' ladri”.


di Fabio Di Chio

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