Carlo De Simone, Gruppo CEO-European Breokers a Uno Mattina: "Investimenti e borsa durante il Covid"
- spraynews2018
- 6 gen 2021
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"Gli italiani innanzitutto si confermano quelle "formiche" nel panorama europeo che hanno sempre caratterizzato le abitudini del nostro Paese, quindi con una propensione fortissima al risparmio che è aumentata ancor di più nel corso dell'anno, data in parte dalla riduzione della spesa (- 6.5% delle famiglie) e soprattutto in parte anche da quello che chiamiamo "risparmio precauzionale". Le borse hanno ovviamente avuto un tracollo importante nel mese di marzo quando tutti i mercati mondiali ha avuto il segno meno in modo pesante, ma devo dire che il mercato italiano e la borsa italiana soprattutto l'indice FTSE MIB che rappresenta i principali titoli, ha recuperato molto con uno straordinario mese di novembre dove ha fatto +23%, trainato in parte dai titoli bancari, con le grandi operazioni di aggregazione bancarie a fare da padrone e, soprattutto dai titoli tecnologici, dalle fintech e dalle farmaceutiche, perchè ricordiamo che l'Italia ha una grande industria farmaceutica. E' chiaro che tutto il manifatturiero e quello che è il tessuto industriale ne ha risentito molto e alla fine dell'anno purtroppo le borse hanno perso 44 miliardi di capitalizzazione che sono una cifra estremamente importante, soprattutto tenendo conto che il panorama italiano è composto da piccole e medie imprese e non da imprese quotate in borsa. Gli italiani, da questo punto di vista, hanno sempre visto la borsa in modo distaccato perchè comunque filtrate dalle banche,dalle compagnie assicurative e dalle società di gestione del risparmio. In questo caso il risparmio degli italiani è notevolmente aumentato, i dati ci danno un incremento di 126 miliardi sui conti correnti del Paese e di conseguenza i depositi sono stati il primo rifugio del denaro delle famiglie. Purtroppo la gente non investe nell'economia diretta e nelle imprese, sono le banche e le assicurazioni a decidere chi finanziare e lo fanno sempre con strumenti di debito e non di capitalizzazione; questo non permette alle imprese di crescere e di innescare il ciclo di sviluppo e di assunzioni come avviene in altri Paesi Europei dove gli investimenti nell'economia sono diretti. Se riuscissimo a intercettare i due terzi della sola quota di risparmio "precauzionale" delle famiglie italiane triplicheremmo la capacità di azionare la ripresa che si innescherà con la prima immissione di Recovery Fund".
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