Il caso di Arianna Pezzotti sta facendo parlare. Lo ha lanciato proprio Spraynews ieri con un'intervista di Umberto Baccolo alla protagonista, e con un di lui intervento sul tema in veste di membro del Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino: alla cosa hanno fatto seguito ieri sera una promessa di interrogazione parlamentare da parte del Senatore Claudio Barbaro di Fratelli d'Italia e tantissime dichiarazioni di esponenti del mondo politico sia di destra che di sinistra, a partire da Fabrizio Cicchitto per arrivare a Vittorio Sgarbi, che il nostro Edoardo Sirignano ha raccolto in un recente articolo e che oggi ANSA, Adnkronos e le altre agenzie stanno rilanciando.
Questo pomeriggio quindi è arrivata anche una dichiarazione, molto interessante perché in punta di diritto ed approfondita, da parte proprio della Presidente di Nessuno tocchi Caino, nonché ex parlamentare e storica esponente del Partito Radicale Rita Bernardini, che riportiamo:
"Sul ripugnante provvedimento che ha colpito Arianna Pezzotti, quel che desta stupore è lo stupore politico trasversale. La norma che ha escluso la signora dal poter liberamente svolgere la sua professione, trae origine dal Regio Decreto del 18 giugno 1931 n. 733 (Testo unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza), che l’Italia repubblicana continua a mantenere, nella sostanza, nel proprio ordinamento. Trattasi di normativa “fascista” contro le libertà individuali, usata a piacimento dal Prefetto, longa manus del Governo a livello locale. Che si arrivi a mettere in discussione la figura e i poteri del Prefetto nel 2022 sarebbe cosa buona e giusta, un omaggio tardivo al Presidente Luigi Einaudi che lo aveva definito (il 17 luglio 1944) un’infezione (lue) dalla quale il sistema democratico avrebbe dovuto immediatamente liberarsi."
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