Il super latitante della porta accanto. Pare che nessuno sapesse della presenza di Francesco Strangio, classe 1980, da poche settimane in un appartamento preso in affitto all’ultimo piano in un condominio nel centro del Comune di Rose, nel Cosentino, in Calabria. L’altra notte gli inquilini se ne sono accorti quando un piccolo esercito di carabinieri ha sfondato la porta blindata e ha ammanettato il ricercato appartenente a una famiglia che ha legato il suo nome alla ’ndrangheta. Sono state trovate svariate carte di identità e un passaporto intestati ad altri italiani, documenti ai quali probabilmente il latitante avrebbe sostituito la fotografia. E ancora: denaro contante (circa 8.000 euro), tre telefoni cellulari parzialmente bruciati trovati in un camino, due valigie già pronte e tracce di cocaina su alcuni mobili.
Strangio si era reso irreperibile dal marzo scorso, quando la Procura generale di Reggio Calabria, diretta da Bernardo Petralia, aveva emesso un ordine di carcerazione per traffico internazionale di droga. Due indagini avevano fatto luce sulle rotte seguite dai quintali di stupefacente che partivano dai narcos sudamericani per raggiungere l’Europa - Amburgo (Germania) e Anversa (Belgio) – sfruttando basi di appoggio dell’organizzazione malavitosa, oltre che in Italia, in Germania, Olanda e Belgio. Le operazioni “Revolution” della Dda reggina e “Dionisio” della Dda di Milano erano state messe insieme ed era uscito fuori, tra gli altri, il nome di Strangio, ritenuto intermediario (broker) internazionale di droga, capace di trattare e concludere grossi affari coi cartelli stranieri. Morale: il calabrese dovrà scontare 14 anni di carcere. Alla sua cattura hanno preso parte carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, di Cosenza, coi militari del capitano Ermanno Soriano della Compagnia di Bianco, paese sul versante ionico della regione. E, inoltre, con personale dello squadrone Cacciatori di Calabria. Strangio è stato portato nel carcere di Cosenza.
di Fabio Di Chio
Comentários