L’Asp (Associazione Stampa parlamentare) celebra i suoi cento anni di vita (è nata, infatti, nel 1918, proprio come l’Aula di Montecitorio disegnata dall’architetto Basile) con un convegno che si è tenuto, stamattina, a Montecitorio.
Si intitolava “Cento anni di stampa parlamentare” il convegno organizzato dall’Asp, che ha ricevuto diversi e calorosi messaggi di auguri da tutte le più alte cariche istituzionali del Paese (Quirinale, Camera, Senato, etc.), a partire dal saluto del presidente della Camera, Roberto Fico. Per il governo era presente nella sala della Lupa, dove si è tenuto il convegno, che è stato trasmesso in diretta dalla web tv della Camera, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Editoria, Vito Crimi. Per celebrare l’evento, Poste Italiane ha emesso un annullo speciale e una cartolina ad hoc come per i cento anni della Camera. Il convegno ha visto l’introduzione di Angela Bianchi, vicepresidente dell’Asp, e dopo le relazioni degli storici. Sulla storia del giornalismo politico-parlamentare e l’evoluzione dei rapporti con le istituzioni e le forze politiche sono intervenuti gli storici Simona Colarizi, Valerio Castronovo, Lucio Villari, moderati da Giorgio Frasca Polara, presidente del Collegio di garanzia dell’Asp. Nella seconda parte del convegno si è parlato, invece, del giornalismo politico-parlamentare ai tempi dei social. Introdotti da Adalberto Signore, segretario dell’Asp, sono intervenuti Lucia Annunziata, direttore dell’Huffington Post, Luigi Contu, direttore dell’Ansa, Enrico Mentana, direttore del TgLa7, Maurizio Molinari, direttore de La Stampa, Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2Rai, moderati da Marco Di Fonzo, presidente dell’Asp.
Ma vediamo i principali messaggi istituzionali ricevuti dall’Asp. “Con la nascita della Repubblica, la stampa parlamentare ha costituito un importante e necessario completamento della vita democratica, non soltanto nella preziosa opera di pubblicizzazione dei lavori delle Camere ma anche costituendo un presidio di libertà, di critica e di controllo, in perfetta linea con lo spirito e i valori della nostra Costituzione” è un passaggio del messaggio di saluto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’Asp. Un messaggio di saluto è stato inviato anche dal Presidente Emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Oggi, scrive Napolitano, difendere la libertà di opinione e di espressione significa tenere conto contemporaneamente del rispetto della privacy e della dignità delle persone, che sono fondamenta della nostra democrazia, e questo richiama al senso di responsabilità e del limite dei giornalisti. Solo in questo quadro è possibile tutelare indipendenza, libertà e pluralismo dell'informazione anche con appositi stanziamenti di fronte a ricorrenti tentazioni di occupazione e di compressione degli spazi di libertà». «La stampa parlamentare, ha spiegato il presidente della Camera Roberto Fico, ha segnato la storia di questo Paese. Ha avuto e ha una centralità nel racconto dell’Italia: i suoi cambiamenti ed evoluzioni, così come le sfide che ha affrontato. Ritengo che si possa a buon titolo parlare di una dimensione istituzionale dell’Associazione stampa parlamentare».
«Credo, ha aggiunto Fico, che voi oggi condividiate con il Parlamento una missione: fare in modo che le persone che vivono fuori da questo palazzo conoscano nel dettaglio tutto quello che succede qui dentro. E in questo modo possano partecipare alla vita pubblica, vivendo la propria dimensione civica nel modo più consapevole e ampio possibile. Sono convinto che il racconto politico-parlamentare sia una chiave decisiva per la partecipazione. Se vivo, frequento, conosco e capisco quello che succede qui, poi sarò capace di fare scelte, partecipare in prima persona, incidere nella vita pubblica come cittadino consapevole», ha concluso Roberto Fico. Tutto sulla difensiva invece, l’intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Vito Crimi: «Ribadisco che il governo ha a cuore la libertà di espressione e di stampa. Non ci sono stati interventi che limitano la libertà di stampa». Crimi si è detto «amareggiato per le parole forti» che sono state dette sul governo durante il panel della mattina del convegno. «Si è parlato di libertà minacciata mai come ora, di aggressioni alla libertà di stampa da parte del governo. Ma non ci sono stati interventi che limitano la libertà di stampa, assicura Crimi, non ho visto la stessa mobilitazione quando ci sono stati non parole ma interventi come epurazioni e censure nei confronti dei giornalisti».
Ma cosa avevano detto, durante il convegno, i giornalisti? «I politici hanno la facoltà di scegliere gli strumenti con cui comunicare ma quando i giornalisti sono convocati per una conferenza stampa del governo non è possibile che non abbiano la possibilità di fare domande» è stato il succo dell’intervento del segretario della Stampa parlamentare, Adalberto Signore, che ha anche fatto alcune importanti considerazioni sul rapporto stampa-politica in questa fase del nostro Paese. Signore fa anche riferimento ad alcune dichiarazioni di membri del governo, soprattutto quando fanno riferimento a tagli dei fondi per l’Editoria, che possono essere interpretate quasi come delle “ritorsioni” contro la stampa troppo aggressiva verso il potere. «Ci sono anche le responsabilità dei giornalisti - aggiunge Signore - per una troppa accondiscendenza verso i loro interlocutori, ma anche responsabilità dei direttori delle testate sulle modalità con cui danno la copertura ai loro cronisti mentre svolgono il loro lavoro». «Quanto alla differenza tra interventi e parole, la distinzione ha un senso, ma quando le parole violente, e magari volgari, vengono usate da chi ha una forza politica preponderante nel Paese, questo può avere un peso anche maggiore degli interventi di un singolo parlamentare» ha rincarato la dose delle critiche alla politica Marco Di Fonzo, inquadrando la questione posta dal sottosegretario all’Editoria Crimi. Il presidente dell'Associazione stampa parlamentare ha rivendicato l’impianto del convegno e osservato che «Lei stesso (Crimi, ndr.) mi sembra aver ammesso che c’è una serie di interventi in agenda, che ciascuno considera e valuta nel merito, in discussione in manovra». «Sono contento del confronto, ha chiuso il suo intervento Di Fonzo, perché quando tutti dicono la stessa cosa non è un bene in democrazia e perché è un confronto civile e fatto di persona, per una volta, e cioè non attraverso i social». Crimi incassa, e porta a casa, si potrebbe dire, traducendo l’Asp e i suoi vertici, obbligati dall’ufficialità della cerimonia e dalla serietà del loro ruolo. Cui auguriamo altri cento anni.
di Ettore Maria Colombo
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