La truffa scoperta da poco nell’ambito della Regione e che ha rivelato l’erogazione di fondi a società fantasma per film fantasma non è che l’esempio di quanto avviene in tutto il settore a causa di due fattori:
1) La totale inesperienza degli operatori messi a gestire i fondi.
2) La totale inesperienza di coloro che scrivono le regole e dei politici che le avallano.
Partiamo dal secondo fattore: il mondo dell’audiovisivo è un settore criptico che non si presta a facili apprendimenti.
Quando si parla di diritti immateriali è ovvio che la materia sfugge ad una facile ispezione soprattutto da parte di chi non ha le basi per poter avvertire che qualcosa non funziona.
Gli audiovisivi sono un concentrato di diritti, di elaborazioni, di servizi, di lavoro e di commercio, e se in questa congerie di elementi qualcosa viene a mancare o qualcuno gioca sporco, occorre che chi sovraintende al tutto, se non è lui stesso corrotto, sia capace di avvertire il pericolo.
Per fare ciò occorre conoscenza del meccanismo, verifica delle basi, memoria dei nomi e delle funzioni, sensibilità artistica e commerciale.
Il tax credit interno è un sostegno statale che sembra creato apposta per favorire gli illeciti: essendo una percentuale del costo film ovviamente più aumenta il costo più aumenta il contributo, che arriva al 40% del budget.
Dalla nascita del contributo i film sono lievitati miracolosamente, costano tutti il doppio del periodo precedente, e senza il tax credit oggi-giorno è impossibile produrre.
Come fanno i costi a lievitare?
Semplice, fatturazioni false, preferibilmente di fornitori compiacenti che o scaricano costi imputabili ad altri clienti non favoriti da contributi, o rischiano, aumentando artatamente i compensi a fronte di un aumento di guadagno. Il 40% del budget è una percentuale “monstre” che attira gli stranieri, i faccendieri, i cialtroni ed è puro veleno per l’industria.
Credo che il ministro Franceschini non abbia capito quale tipo di danno possa provocare un simile sostegno, soprattutto da quando è stato esteso alle televisioni, che non avevano certamente bisogno di aiuti economici.
Oggi produrre una serie per la televisione, è un affare tra i più vantaggiosi, perché il costo è coperto dall’emittente o dalla piattaforma, il tax credit talvolta è omaggio, e l’economia di scala migliora il tutto.
Infatti tutti i potenti accreditati producono serie, mentre i poveri indipendenti cinematografari si arrabattano per fare un film, spesso brutto.
Michele Lo Foco
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