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Immagine del redattoreEdoardo Sirignano

Cicchitto: «Farò campagna elettorale per Palamara»


Fabrizio Cicchitto, già capogruppo del Popolo delle Libertà alla Camera, pur non esponendo la sua associazione, si dichiara pronto a far campagna elettorale per Luca Palamara, che a sorpresa si candiderà nelle suppletive nel collegio uninominale di Roma Monte Mario-Primavalle, lasciato libero dalla grillina Emanuela Del Re, nominata rappresentante speciale dell’Ue per il Sahel.


Cicchitto, cosa ne pensa della scelta di Palamara di entrare in politica?


«Butta il cuore oltre l’ostacolo. Stiamo parlando di chi ha avuto un trattamento singolare. Ciò che è emerso nelle intercettazioni e cioè che nella magistratura non c’è un criterio fondato sul merito, ma derivante dalla contrattazione tra le correnti non riguarda solo lui. Palamara, infatti, queste cose non le la faceva da solo. Era soltanto una delle dieci persone che contrattavano tutti questi elementi. Utilizzare, quindi, quello che è emerso dal troyan per addirittura espellerlo dalla magistratura è la forzatura fatta da chi vuole chiudere una vicenda assai imbarazzante, demonizzando una persona e lasciando le cose sostanzialmente come sono».


E’ una decisione vincente, quindi, candidarsi alle suppletive?


«Arrivati a questo punto, è chiaro che deve evitare di essere silenziato. Tutte le occasioni sono buone per tenere aperto un dibattito sulla magistratura, che non è solo una corporazione, ma è il suo stato di diritto. A mio parere, pertanto, ha fatto bene a utilizzare delle elezioni suppletive che per di più si svolgono a Roma per candidarsi e condurre una battaglia che per lui rappresenta una sorta di seconda tappa».


Da esperto conoscitore delle dinamiche politiche della capitale, i partiti tradizionali lo sosterranno, pur essendosi candidato con un simbolo civico?


«Questo non lo so dire. Tutti i partiti a Roma francamente sono abbastanza imbarazzanti. Il Pd nel momento in cui non aveva a disposizione l’alleanza con il Movimento 5 Stelle poteva farla benissimo con Calenda, che tra l’altro è una persona in grado di far bene il sindaco di Roma e invece non l’ha fatta, candidando invece una personalità che è un ottimo storico, un ottimo parlamentare europeo, un mediocre ministro del tesoro, ma come sindaco è tutto da scoprire. Il centrodestra ha scelto Michetti, francamente abbastanza imbarazzante. I partiti di questa coalizione, pertanto, non sono al meglio e non so se coglieranno l’opportunità della discesa in campo di Palamara per cavalcare una candidatura che rappresenterebbe un’occasione per il dibattito generale».


Il centrodestra potrebbe sostenerlo?


«Me lo auguro. Allo stato, però, non ne sono certo. Meglio, comunque, un candidato conosciuto che un ignoto che si affida a un’organizzazione di potere elettorale, che poi adesso lascia il tempo che trova. La tematica della giustizia non è risolta con la riforma Cartabia, ma è tuttora aperta. Vediamo addirittura che Conte sostiene di voler riaprire il problema, riproponendo l’involuzione Bonafede. E’ una partita, quindi, assai delicata e decisiva. Palamara può svolgere un ruolo importante e significativo con possibilità di successo».


Almeno la sua associazione, però, è pronta a fare campagna elettorale per lui?


«Come associazione non lo faremo perché rispettiamo le sensibilità di tutti. Io è possibile che lo faccia come persona».


Di Edoardo Sirignano

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