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Claudia Porchietto: "Nessun altro Presidente avrebbe autorevolezza e umanità di Berlusconi"


Onorevole Porchietto, ci può commentare la vicenda delle intercettazioni di Ferri e della non autorizzazione al loro utilizzo?


La votazione di Forza Italia è stata assolutamente convinta contro l'autorizzazione ad utilizzare queste intercettazioni, per tutta una serie di motivi che il mio collega Pittalis come relatore della giunta ha esplicitato molto bene. Per riassumere, sono state fatte delle cosiddette captazioni informatiche attraverso il famoso trojan, questo sistema che secondo me sono più i danni che crea che l'utilizzo che se ne può fare in modo non strumentale, e sono state fatte in modo manifestamente illegale, perché il deputato Cosimo Ferri non era neanche indagato, e soprattutto nel momento in cui sono state fatte lui era un parlamentare e sappiamo che le attività che ci riguardano devono essere autorizzate dalla Camera di appartenenza.

Quindi il fatto che un organo di rilevanza costituzionale volesse utilizzare questi atti che non sono stati acquisiti con un iter procedurale legale ci inquieta sullo stato della giustizia nel nostro paese a prescindere dalle posizioni politiche dell'intercettato: perché Ferri non fa parte del nostro gruppo parlamentare, ma anche fosse stato del Movimento 5 Stelle o di LEU sarebbe stato uguale, è una questione di principio. Cioè che non si può immaginare che un rappresentante del Parlamento, sapendo quali sono gli iter procedurali per poter captare eventualmente informazioni, possa essere in qualche modo coinvolto in una situazione simile e messo alla gogna mediatica in questo modo.

A me sembra che se noi vogliamo essere un paese democratico si debbano fare delle ampie riflessioni su questi strumenti e mi permetto di dire che se dovessimo nuovamente oggi aprire un ragionamento con il Movimento 5 Stelle di adesso (e non quello delle gogne - non solo mediatiche - di qualche anno fa) credo che anche loro farebbero fatica a portare avanti questa iniziativa che è veramente surreale, che fa sembrare di essere tornati al tempo della santa inquisizione oppure di quando si mettevano al rogo le cosiddette streghe. Pertanto io credo che ieri la camera abbia palesemente dato un'indicazione forte in una giusta direzione.


Anche io penso che quella di ieri sia stata una vittoria proprio della Costituzione, contro una deriva pericolosa.


Io sono dell'idea che ci si debba riappropriare dei ruoli e della loro serietà istituzionale; e se devo dare una colpa al sistema di cui in questo momento io faccio parte, cioè la rappresentanza politica all'interno del parlamento, è di in questi anni aver abbassato la testa pensando che qualcuno potesse aver ragione nell'individuare tutti i mali all'interno delle rappresentanze politiche. Fare politica è una cosa seria, le persone che la fanno sono per la maggior parte serie, io vorrei capire il motivo per cui mi devo vergognare di rappresentare il mio paese e deve soccombere tra l'altro a chi utilizza gli strumenti legali in modo non corretto, come questo caso ha mostrato.

Quindi io ritengo che il no ad autorizzare sia stato un no chiaro da parte di quasi tutto l'arco parlamentare rappresentato; e dalle risultanze si nota che anche all'interno della compagine che ancora una volta non vuole tornare indietro sulle proprie posizioni ci sono state tantissime defezioni, perché è chiaro che questo strumento era un giochetto politico che è stato sbandierato nel momento in cui si ragionava su una riforma della giustizia in chiave giustizialista, ma che non ha nulla a che vedere con quello che è il ruolo di un parlamentare, e tra l'altro di permetto di dire di un parlamentare serio, perché io non ho nulla da dire sull'onorevole Ferri né dal punto di vista politico né dal punto di vista personale; ma ribadisco che a prescindere da chi fosse il soggetto di questa di questa votazione non funziona così in Italia e non deve funzionare così.


I 5 Stelle sono stati in questi anni, soprattutto agli inizi, il partito che ha più spinto in direzione del giustizialismo e anche quasi di screditare la politica, perché all'inizio la loro campagna era tutta basata sul denunciare la corruzione della classe dirigente: secondo lei dopo l'esperienza di governo stanno iniziando a rivedere l'estremismo di queste posizioni?


Io non so se sia un vero rivedere le proprie posizioni – cosa che io riterrei un grande segno di maturità, di intelligenza, di serietà perché uno può avere un'idea e poi mutarla perché si rende conto che non è corretta. Io non so però se ci sia questo tipo di mutamento o se invece forse nel momento in cui si sono trovati all'interno dello stesso contesto che stavano contestando - e che è stato tra l'altro uno dei cavalli di battaglia di una campagna elettorale legata comunque al mal di pancia del paese, al fatto che è sempre facile riuscire a fare gli arruffapopolo quando si individua un nemico – si siano resi conto di quanto le cose siano diverse da quello che immaginavano. Oggi che anche loro hanno governato e stanno governando si rendono conto quanto sia difficile farlo, e che molte delle posizioni che sono state la loro fortuna politica in realtà avevano i piedi d'argilla, anzi forse non avevano neanche i piedi.

Quindi io credo che si stiano in qualche modo ricredendo, ma che sia difficile ammettere che occorre farlo. Io penso che si potrà parlare di loro come di una vera forza politica nel momento in cui Movimento avrà la capacità di dire pubblicamente che probabilmente ha sbagliato negli anni e che oggi molte delle difficoltà che stiamo incontrando nascono proprio da quel momento in cui era molto facile attaccare lo status quo promettendo chissà che cosa, finché poi ci si ritrova all'interno di un contesto dove ci si rende conto che è veramente difficile pensare di poter individuare il male assoluto, perché non c'è un male assoluto. Ci sono politici che possono essere più o meno competenti, più o meno onesti, ma come è in tutte le situazioni, in tutte le rappresentanze e in tutte le persone, perché così è l'umanità. Io spero che anche il cittadino italiano si sia reso conto che quell'epoca del cercare coi forconi a tutti i costi all'interno della politica il marcio della società sia da superare, anche perché non ne abbiamo bisogno. In questo momento credo che i problemi siano altri e che il parlamento stia dando una risposta seria, misurata, positiva al paese.


Rimanendo sul tema giustizia, volevo chiederle un parere sui referendum che sono stati proposti da noi del Partito Radicale insieme alla Lega di Salvini e anche sul lavoro del Ministro Cartabia.


Io vedo tutto ciò in modo estremamente positivo. Mi dispiace una cosa: che si debba arrivare a delle forme referendarie per fare ciò che avremmo dovuto fare all'interno delle aule parlamentari prima. Noi – qui parlo da parlamentare e da politico piemontese e torinese - arriviamo anche da una vicenda veramente difficile che ci ha colpito da vicino, che è stata il suicidio di Angelo Burzi, consigliere regionale ex assessore regionale, che proprio per questa cattiva interpretazione della giustizia ha fatto questo gesto estremo. Ero amica personale di Angelo e quindi è stato veramente difficile, un Natale difficilissimo per tutti noi che lo conoscevamo e sapevamo la serietà della persona. E a maggior ragione le dico, io già ero convinta che le forme referendari da voi presentate è anche da noi sostenute fossero necessarie. Spero veramente che l'elezione del Presidente della Repubblica con le sue conseguenze non fermino questo processo perché io ritengo che sia importante.

Il ministro Cartabia ha dato comunque una sterzata a quello che era stato il sistema che si era innescato precedentemente, in particolare con il Ministero della Giustizia in capo al Movimento 5 Stelle e mi sembra che siano dei segnali importanti quelli che già lei ha dato, però io credo che i referendum siano necessari e fondamentali, perché occorre avere una giustizia giusta in Italia e la nostra non lo è in questo momento, ma è invece uno strumento nelle mani di pochi, utilizzato come la storia di Ferri dimostra in modo soggettivo, e questo non fa bene a nessuno, perché io credo che chiunque debba ad un certo punto eventualmente essere sottoposto alla giustizia italiana debba poter sapere che chi lo giudicherà non ha delle preclusioni in merito, rispetto ad esempio all'osservanza religiosa o all'appartenenza politica. Quindi su questo so che è molto difficile però i presupposti per poterlo fare ci sono tutti.


Per questo sostegno ai referendum la ringrazio, anche come membro del Partito Radicale.


Ho grande rispetto per il lavoro che in tutti questi anni ha fatto il Partito Radicale, perché avete saputo dare sempre, in taluni casi in modo anche provocatorio, ma sempre estremamente intelligente, dei segnali forti al paese. Avete avuto molto spesso il coraggio che forse non hanno avuto altre rappresentanze politiche, che pensavano ma non facevano: voi invece pensate e fate, penso che sia il miglior servizio che si può dare alla società italiana.


Grazie! A proposito di stima, una figura che apprezzavo molto era David Sassoli: vuole darmi un suo ricordo?


Io non ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, l'ho soltanto incontrato in vesti istituzionali e non in consessi che fossero così ristretti da permettere di scambiare anche soltanto qualche parola personale, la cosa che però mi fa piacere ricordare e che hanno ricordato tutti, e mi piace sottolinearlo - anche all'interno dell'aula parlamentare c'è stato un momento in cui i colleghi che hanno ricordato la sua figura istituzionale e personale erano un po in difficoltà perché avevano tutti gli stessi aggettivi, e questa la dice lunga di come a chiunque lo abbia incontrato abbia dato le stesse sensazioni di una persona corretta e competente – è come ha detto Giorgia Meloni in un passaggio importante che era un uomo che aveva le proprie idee, che aveva la propria connotazione politica, ma che rispettava in modo intelligente chiunque si trovasse davanti. Io credo che abbia dato veramente un esempio di come la politica italiana a livello internazionale sia seria e sia riconosciuta come seria, e che le tante belle parole su di lui di questi giorni non fossero di circostanza, ma sentite, perché è venuta a mancare una persona che in questi anni ha dato veramente tanto e ha tenuto alto il nome dell'Italia.

Proprio per questo mi permetto anche di riprendere le parole che Gianni Letta ha speso alla camera ardente: io credo che quell'armonia che c'è stata nel ricordarlo in aula alla camera debba essere la stessa armonia che dovremo utilizzare in queste settimane per convergere sul nome per il Presidente della Repubblica e spero che tutti quanti lascino da parte magari preclusioni che nascono magari da battaglie politiche del passato per convergere su quella che può essere la miglior figura, ma che deve essere soprattutto una figura condivisa, cosa fondamentale in questo momento. Io spero che il ricordo del Presidente del Consiglio Europeo ci spinga a fare delle scelte ponderate: sarebbe anche un bel gesto nei confronti del suo ricordo.


Ha anticipato la mia domanda, che voleva essere su un suo parere sulla corsa al Quirinale, in particolare di Berlusconi.

Voglio rispondere in modo molto pragmatico, perché io non faccio parte di quella tifoseria che per forza deve sempre far vedere che tifa per il Presidente: io in realtà tifo per l'Italia. E tifando per l'Italia io credo che una figura come quella di Silvio Berlusconi sia la migliore, in funzione anche di tutti i retroscena che finalmente sono venuti a galla, soprattutto nell'ultimo anno, e che fanno capire che chi ha disegnato Berlusconi come un Barbablù lo ha fatto solo perché lo voleva colpire politicamente – ma purtroppo ha colpito anche personalmente un essere umano che non lo meritava.

Il vero Berlusconi è una una persona autorevole a livello internazionale, anzi una delle più autorevoli che abbiamo, è un imprenditore che però ad un certo punto ha messo da parte quello che era il suo percorso imprenditoriale e ha intrapreso un percorso politico importante, ed è una persona che nel '94 ha dato un segnale forte ad un paese che aveva difficoltà ad identificare un percorso democratico e di centrodestra moderato da contrapporre ad una visione di sinistra. Lui ha incarnato tutto questo in tutti questi anni per le persone intelligenti, cioè la maggior parte del paese, è stato ed è l'emblema dello spirito di centrodestra moderato e non sovranista. Qualcuno l'ha voluto disegnare come dicevo prima come un Barbablù, ma non lo è, e quindi io mi chiedo il motivo per cui non si possa immaginare di avere un Presidente che ha un excursus politico importante, che è riconosciuto a livello internazionale, che ha visione e che devo dire ha fatto tanto per il paese. Io vorrei immaginare queste caratteristiche per un Presidente, e posso dire convintamente che Silvio Berlusconi le ha. Almeno che non sia lui a dirmi che non si candida, io lo sosterrò non per una questione di parte, ma perché ritengo che sia una delle figure più importanti che abbiamo avuto negli ultimi 25 anni in Italia, e soltanto noi in Italia abbiamo avuto una stampa che lo ha denigrato, perché in realtà all'estero è sempre stato ritenuto una persona capace ed un leader, lo vediamo anche nelle esternazioni di questi giorni a livello internazionale rispetto ad una sua probabile candidatura.

Il centrodestra è compatto su questa figura, non mi sembra che ci sia un'altra figura che con la stessa compattezza e autorevolezza venga proposta da parte degli interlocutori che abbiamo nell'ambito del centrosinistra, io mi chiedo quindi il motivo per cui non si possa pensare che Berlusconi possa essere il presidente giusto. Noi lo pensiamo ma sono certa che lo pensino la stragrande maggioranza dei cittadini italiani.

Guardi, pure io a livello personale credo che Berlusconi abbia subito una gogna mediatica e una persecuzione giudiziaria a fini politici in gran parte immeritate e che sarebbe un buon Presidente della Repubblica, una sua elezione mi farebbe piacere.

Grazie, detto da uno del Partito Radicale come lei penso sia un bel riconoscimento per Berlusconi. E visto dice questo le voglio raccontare una piccola storia che merita sul nostro primo incontro, molto prima che entrassi in politica, quando ero una ragazza che faceva una tesi di laurea con il dottor Franco Tatò, che in quel frangente era il direttore generale della Mondadori. Quindi incontrai Berlusconi da studente, lui infatti non se lo ricorda, e la cosa che mi colpì fu la sua profonda umanità.

Ero appunto con Tatò alla sede della Mondadori a Milano ed a un certo punto sentii un trambusto per l'ufficio, mi dissero che era arrivato il grande capo, uscii in corridoio e la cosa che mi colpì fu che lui in quel frangente passò in tutti gli uffici a salutare - era un lunedì mattina prestissimo tra l'altro - e ad uno chiedeva “come sta tuo figlio che l'hanno operato alle tonsille, tutto bene?” all'altra “ma tuo papà che so che non stava bene?” e via dicendo, lui fece il corridoio - attenzione non perché doveva farlo ma perché gli faceva piacere farlo – chiedendo a tutti come stavano, mostrando di conoscere approfonditamente tutti i dipendenti e le famiglie e di essere davvero interessato a loro. Franco Tatò mi disse: “questo è il nostro presidente, lui al mattino passa un ora a sentire se stanno tutti bene, solo quando ha saputo tutto di tutti quanti viene in ufficio da me e cominciamo a lavorare”. Questo era Berlusconi nel '91, e questo è rimasto. Glielo racconto perché questo è il più esatto ritratto del nostro Presidente, un uomo di un'umanità rara, difficilissima da trovare.


Di Umberto Baccolo.

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