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Colpo di scena in Tim sfiduciato l’Ad Genish, si riaprono i giochi



Ennesimo colpo di scena in Tim. Il consiglio d’amministrazione ha sfiduciato l’Ad Amos Genish, voluto dalla francese Vivendi, che detiene il pacchetto di maggioranza, e poi confermato anche dal fondo Elliot che, anche grazie al 5% circa di capitale in mano alla Cassa Depositi e prestiti, è riuscito a ribaltare i rapporti di forza nel consiglio dopo l'ultima assemblea. La decisione di defenestrare Genish è stata presa a maggioranza, con il parere contrario, è ovvio, dei cinque consiglieri Vivendi. Ora le deleghe passano al presidente Fulvio Conti in attesa del prossimo cda fissato per il 18 novembre convocato per la nomina del successore. Il comunicato emesso da Tim è laconico. Dice che il cda «Ha revocato con decisione assunta a maggioranza e con effetto immediato tutte le deleghe conferite al consigliere Amos Genish e ha dato mandato al Presidente di finalizzare ulteriori adempimenti in relazione al rapporto di lavoro in essere con lo stesso».


Con l’uscita dell’amministratore delegato, orchestrata dal fondo americano Elliot, si consuma l’ultimo atto di un braccio di ferro tra i due principali azionisti. Al centro dello scontro ci sarebbe, secondo una ricostruzione, il piano di Genish di scorporare la rete mantenendone il controllo, invece di scendere sotto il 51 per cento. Inoltre i francesi non sarebbero soddisfatti della gestione di Elliot che non ha prodotto quei brillanti risultati finanziari che erano prospettati con il risultato che il titolo si sta deprezzando. In questo scenario si è poi inserito il piano del governo per unificare per le reti di Tlc e quindi creare una rete unica tra Telecom e Open Fibra con un’unica struttura verso cui convogliare le risorse con l’obiettivo di sviluppare la fibra, abbandonando il rame, e velocizzare la navigazione. Genish aveva abbracciato il progetto ma mettendo in chiaro di voler mantenere il controllo della futura struttura. Aveva già iniziato colloqui con Huawei e sviluppare insieme il 5G.


Ora la sfiducia riapre i giochi. I riflettori sono puntati sulle prossime mosse di Vivendi. Difficilmente i francesi resteranno a guardare, vorranno riprendersi la rivincita sul fondo Elliot. È probabile quindi che puntino a convocare una nuova assemblea prima di aprile per riconquistare la governance del gruppo. Ma neanche Elliot starà alla finestra. L’uscita di Genish e le intenzioni del governo sulla creazione di un’unica struttura con l’unificazione delle reti, dovrebbero favorire i piani di Elliot di un accordo con Open Fibra sulla fibra ottica. In ballo c’è anche la cessione di Persidera, la società dei multiplex (frequenze multiple per il digitale terrestre) sulla quale i due azionisti sono d’accordo e di Sparkle che li vede invece su piani opposti. Su Persidera di cui il 70% è in mano a Tim e il 30% al gruppo Gedi (Espresso-Repubblica-La Stampa), c’è l’offerta di Rai Way interessata all’infrastruttura di rete ma anche quella del fondo americano I Squared che ha messo sul piatto 240 milioni di euro per il 100% della società. Genish aveva deciso di andare avanti con gli americani.

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