L'Anc, l'Associazione nazionale commercialisti, ha presentato un ricorso d'urgenza presso il Tribunale civile di Roma contro l'Agenzia delle Entrate.
L'Anc chiede, secondo l'art.700 del codice di procedura civile, di rimandare l'entrata in vigore della normativa sulla fatturazione elettronica. L'articolo 700 prevede che «chi ha fondato motivo di temere che, durante il tempo occorrente per far valere il suo diritto in via ordinaria, questo sia minacciato da un pregiudizio imminente e irreparabile, può chiedere con ricorso al giudice i provvedimenti d'urgenza che appaiono, secondo le circostanze, più idonei ad assicurare provvisoriamente gli effetti della decisione sul merito».
L'Anc, in una sua nota, chiede il differimento «almeno sino a quando il sistema non sarà sanato da una serie di vizi relativi al possibile uso improprio dei dati; vizi che pongono gravissimi pregiudizi sulla privacy degli utenti e sulla sicurezza del sistema economico del Paese».
D'accordo con il ricorso l'Associazione nazionale forense, che lo giudica comprensibile. Italia Oggi ha sentito il presidente dell'Anf, Luigi Pansini, che si «stupisce che il governo e il legislatore siano rimasti sostanzialmente inerti di fronte alle puntuali segnalazioni giunte dagli operatori del settore, tradottesi anche in un provvedimento del Garante della Privacy; e non forniscano soluzioni che siano frutto del confronto con i tecnici, com'è normale che sia in una dialettica costruttiva tra politica ed esperti delle singole materie di competenza».
Di parere diverso l'associazione italiana dottori commercialisti, che «pur condividendo i timori di estreme complessità che nuovamente vedranno la categoria impegnata in un forzoso ruolo di interprete tra contribuente e Stato», si dissocia dall'iniziativa dell'Anc, l'associazione diretta da Marco Cuchel, ritenendo che «istanze, di differimento o di proroga, comunque motivate, non siano di giovamento ad alcuno».
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