Dopo l'ennesima ondata di maltempo da Nord a Sud è partita la conta dei danni e il solito immancabile teatrino della politica, fatto di rimbalzi tra colpe e responsabilità. Dodici intanto le vittime in Sicilia nella sola provincia di Palermo, dove lo straripamento del Milicia ha sterminato un intero nucleo familiare. Nell'abitazione spazzata via dalla furia dell'acqua erano presenti anche un bambino di tre anni e un giovane di quindici. Si è recato proprio sul posto il premier Giuseppe Conte, che ha sollevato una questione vecchia come l'Italia stessa, legata al dissesto idrogeologico di molte regioni della Penisola e alla necessità di rivedere taluni protocolli in materia ambientale per rimettere «al primo posto la tutela della vita umana». Il Presidente del Consiglio ha dapprima sorvolato a bordo di un elicottero le zone maggiormente colpite dal disastro ambientale e successivamente ha partecipato a una riunione in Prefettura dove si stavano organizzando i soccorsi e dove ha incontrato i familiari delle vittime. «Per il dissesto idrogeologico abbiamo messo a disposizione del ministro per l'Ambiente un miliardo per interventi di sicurezza del territorio. Poi ulteriori 50 milioni per le autorità di bacino per regolare i flussi d'acqua», così Giuseppe Conte in una dichiarazione alla stampa, in cui ha aggiunto che «spesso abbiamo registrato qualche intralcio burocratico per la ripulitura dei corsi d'acqua, ci sono per esempio vincoli paesaggistici per la rimozione di un albero: dobbiamo avere la consapevolezza che tutti i beni sono costituzionalmente tutelati, ma dobbiamo avere la capacità di riorientare la legislazione guardando agli interessi in gioco: al primo posto c'è la tutela primaria della vita umana».
E se Conte usa la carota, il pugno se lo riserva come al solito il leader della Lega Matteo Salvini, che sulla scia di quanto già detto dal premier, si scaglia con forza contro quelli che definisce «ambientalisti da salotto», rei a suo avviso di contrastare le opere di riassestamento idrogeologico sollevando questioni di marginale importanza. In visita a Belluno nelle zone colpite dal maltempo, insieme al governatore del Veneto Luca Zaia, Salvini punta il dito contro i «troppi anni di incuria e malinteso ambientalismo da salotto che non ti fanno toccare l'albero nell'alveo», prima di annunciare lo stop al pagamento delle tasse per le popolazioni colpite e la promessa che il governo sta «cercando i soldi in cassetti e cassettini, 250 milioni di euro sono già pronti per tutte le comunità colpite, da Nord a Sud». Stoccata finale dedicata all'Unione Europea e alle sue «letterine». «Spero che da Bruxelles», ha aggiunto il vicepremier, «non arrivino altre letterine che dicono che spendiamo troppo. Perché visto quello che è accaduto a Belluno e a Palermo, per quanto mi riguarda letterine di questo tipo finiranno in archivio».
Parole di solidarietà e di ringraziamento per i pronti interventi di soccorso sono invece state spese dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. Parla invece di «tragedia incredibile e inaccettabile» e di necessità di «giustizia» il Presidente della Camera Roberto Fico, da sempre molto vicino ai temi ambientali e alle tesi degli ambientalisti presi di mira dal "collega" leghista. Dello stesso avviso il Presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati per cui «onn si può più parlare di emergenza di fronte al ripetersi di questi fenomeni» divenuti ormai un «pericolo costante». Guarda invece avanti il ministro per il Sud Barbara Lezzi che rifiuta la logica del dare la colpa «a chi c'era prima» e ha aggiunto quanto sia «inutile farsi la guerra».
di Alessandro Leproux
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