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Conte verso il Consiglio europeo, Macron e May alleati a “loro insaputa”



Quando la manovra economica passerà sotto i raggi X del Consiglio europeo, il premier Giuseppe Conte confida di avere due insoliti e inaspettati alleati. Il vertice di giovedì e venerdì prossimi avrà due ospiti “a sorpresa”: la Brexit e la crisi francese. La premier britannico Theresa May ha rinviato il voto in Parlamento sperando di ridefinire la cosiddetta clausola del backstop sull’Irlanda e sta facendo un tour tra le cancellerie europee alla ricerca di una sponda. Il presidente della commissione UE Juncker ha gelato le sue attese, ribadendo che l’accordo non sarà modificato ma ha anche detto che il tema sarà affrontato in Consiglio europeo. Come pure sarà inevitabilmente all’ordine del giorno la crisi politica francese, con Macron costretto a ritirare le misure rigoriste e di fatto avviato a varare un bilancio con il deficit che supera il 3% del Pil. Bruxelles finora non si è espressa sulle difficoltà di Macron e sulla protesta dilagante in tutta la Francia e soprattutto non una parola è stata spesa su quanto questo inciderà sui conti francesi.


Brexit e Francia sono due temi che faranno da protagonisti al Consiglio europeo con un possibile vantaggio per Conte. I governi di Londra e Parigi hanno dimostrato di essersi lasciati sfuggire di mano la situazione e sono diventati la cartina tornasole della difficoltà con cui l’Europa riesce a gestire i cambiamenti. Macron, alfiere di una auspicata nuova Europa, ha rivelato di non essere all’altezza delle richieste del suo Paese. E la protesta contro l’Eliseo è diventata la protesta contro un’Europa lontana dai bisogni dei popoli, prigioniera di una politica ragionieristica. La rivolta contro la tassa sulla benzina che ha assunto il carattere di uno scontro sociale, è chiaramente un attacco al rigore di Bruxelles, un atto di accusa ai vincoli di Bruxelles. Ecco i due alleati di Conte che, se ne sarà capace, potrà indirettamente chiamare a sostegno delle sue rivendicazioni per una manovra che non alimenti il clima di ostilità dilagante in Europa. Il premier, parlando alla Camera ha delineato la strategia che terrà nel Consiglio europeo. Ha sottolineato che «bisogna superare un rigorismo miope che pretende di combattere un'instabilità con misure che finiscono per favorirla. L'Europa deve perseguire un rapporto equilibrato tra riduzione e condivisione del rischio».


Poi ha spiegato che «al Consiglio europeo si dovrà tenere in considerazione l'orizzonte politico di un'Europa in rapida evoluzione, dove è sempre più chiara esigenza dei cittadini di poter contare su istituzioni sempre più attente all'equità. Per questo puntiamo a una Europa più equa e più sicura». Quanto alla manovra è allo scostamento del deficit ha ribadito gli obiettivi della crescita. «Accanto alle misure a sostegno di lavoratori e imprese» la manovra contiene le «risposte urgenti ai bisogni dei cittadini» con misure «di equità sociale necessarie e sostenibili. E se siamo costretti a uno scostamento del deficit non è a cuor leggero ma per realizzare gli obiettivi» chiesti dai cittadini con «prepotente urgenza». Ha battuto molto sulla crescita e la modernizzazione, che, ha detto, «devono essere realizzati in modo sostenibile conservando per quanto possibile inalterato l'ordito dei diritti sociali, dall'istruzione alla salute, ricevuto come preziosa eredità dalle generazioni passate. Certamente i diritti costano ma sono costi che le società democratiche devono sostenere». Queste stesse parole Conte userà al Consiglio europeo. E non servirà ricordare che a Bruxelles non conviene usare la mano pesante se non si vuole correre il rischio che la protesta francese dilaghi in altri Paesi.


di Laura Della Pasqua

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