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Coronavirus, Fondazione Gimbe: «meno tamponi in regioni più colpite, così non va»


"Nella settimana 4-10 giugno, il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe conferma sia la costante riduzione del carico su ospedali e terapie intensive, sia l'ulteriore rallentamento dei contagi e, in misura minore, dei decessi". Lo afferma in una nota afferma il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. In sintesi: casi totali: +1.927 (+0,8%); decessi: +513 (+1,5%); ricoverati con sintomi: -1.422 (-24,8%); terapia intensiva: -104 (-29,5%). Nel rimarcare l'affidabilita' e le tempestivita' dei dati che provengono dagli ospedali, legati a flussi standard trasmessi dalle Regioni al Ministero della Salute, la Fondazione Gimbe rileva che il numero dei deceduti rimane ancora elevato per due ragioni: innanzitutto, il decesso puo' essere relativo a contagi non recenti; in secondo luogo, come dimostrato anche dal recente report Istat-Iss, la sottostima dei decessi e' un fenomeno che si e' progressivamente ridotto sino, verosimilmente, ad azzerarsi; il numero dei nuovi casi rimane un indicatore dipendente dal numero di tamponi diagnostici eseguiti. "Rispetto a quest'ultimo punto- spiega Cartabellotta- abbiamo valutato il trend dei tamponi totali e di quelli diagnostici effettuati a partire dal 23 aprile, ed esaminato l'attitudine delle Regioni all'esecuzione dei tamponi diagnostici nelle ultime due settimane". Per quanto riguarda il trend dei tamponi, la fondazione rileva che "esaminando il periodo 23 aprile-10 giugno, il trend dei tamponi totali risulta in picchiata libera nelle ultime 2 settimane (complessivamente -12,6%). Il trend dei tamponi diagnostici e' crollato del 20,7% in prossimita' delle riaperture del 4 maggio, per poi risalire e precipitare nuovamente del 18,1% in vista delle riaperture del 3 giugno. Nell'ultima settimana si assiste a un lieve rialzo (+4,6%). Trend regionali tamponi diagnostici. L'incremento complessivo del 4,6% (+9.431) nella settimana 4-10 giugno, rispetto a quella precedente, non e' il risultato di comportamenti omogenei su tutto il territorio nazionale: infatti, mentre 12 Regioni e Province Autonome fanno registrare un incremento assoluto dei tamponi diagnostici, nelle rimanenti 9 si attesta una ulteriore riduzione". "Da queste analisi emergono tre ragionevoli certezze: innanzitutto il numero dei tamponi diagnostici, finalizzati all'identificazione di nuovi casi, e' calato drasticamente alla vigilia delle due riaperture del Paese del 4 maggio e del 3 giugno; in secondo luogo, dopo il crollo nella settimana 28 maggio-3 giugno, complice la doppia festivita', nell'ultima settimana poco piu' della meta' delle Regioni hanno aumentato il numero dei tamponi diagnostici rispetto alla precedente; infine, proprio le Regioni con una circolazione del virus ancora sostenuta nell'ultima settimana hanno ulteriormente ridotto i tamponi diagnostici invece di potenziarli". "L'attivita' di testing- conclude Cartabellotta- finalizzata all'identificazione dei nuovi casi, alla tracciatura dei contatti e a loro isolamento continua a non essere una priorita' per molte Regioni: purtroppo, nella gestione di questa fase dell'epidemia, in particolare dove la diffusione del virus non sembra dare tregua, la strategia delle 3T non e' adeguata".

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