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Corsa della De Santis per infornare esterni in Rai prima dell’entrata in vigore del piano editoriale



Stavolta è stato accorto. Meglio usare le vie laterali. Ma se usate la tecnica del gratta e vinci, tirate via quel che c’è sopra e scoprite cosa c’è sotto, scoprirete facilmente che dietro alle parole di circostanza usate dall’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, in commissione di Vigilanza si nasconde una vera e propria guerra fra gli uomini indicati dal Movimento 5 Stelle, e fra questi c’è l’Ad, e le truppe leghiste pilotate da Matteo Salvini, a partire dal Direttore di Rai Uno, Teresa De Santis. Procediamo con ordine. Primo punto all’ordine del giorno la questione del doppio incarico di Marcello Foa, presidente della Rai e della controllata RaiCom. “Non c'è incompatibilità, tutte le altre considerazioni sono di ordine e carattere politico che non attengono alla mia valutazione da amministratore delegato”. Come dire: il problema è reale ma non posso risolverlo io, tocca a voi. Saggio, giusto. Ovviamente la Lega fa finta di nulla, pur sapendo che il problema è etico e morale. Quanto all'altra polemica, quella che in questi giorni sta investendo come un ciclone viale Mazzini, ovvero l'arrivo del “biografo di Salvini”, Roberto Poletti, a Unomattina Estate, a poche ore dalla presentazione dei palinsesti estivi di Rai Uno, Salini usa il lessico democristiano. “L’intenzione è sempre valorizzare le risorse interne, tanto è vero che ho mandato una nota ai direttori di rete”, spiega l’Ad, “ma poi rispetto la loro autonomia”, Sino a quando sarà concessa loro. Nel momento in cui dovesse passare il suo piano editoriale, la suddetta autonomia, ovvero l’infornata di esterni come vuol fare la De Santis, verrebbe meno. Ecco perché tanta fretta, e tanto veleno, da parte dei leghisti.


Il messaggio dell’Ad , durante l’audizione in commissione Vigilanza Rai, è chiaro. Anche per quanto riguarda il canale in inglese, su cui assicura che Rai manterrà il controllo editoriale: “Ci sarà sicuramente un job posting interno, l'obiettivo è utilizzare risorse interne” per la redazione. “È evidente che il canale in inglese prevede delle competenze, ma si partirà dall’interno”, spiega. Ma sulle scelte di rete, pur avendo espresso chiaramente la sua idea, non vuole interferire. E dunque se i direttori "pensano di non trovare in azienda risorse adatte ai programmi, possono rivolgersi all’esterno”. Salvo poi assumersi le responsabilità delle scelte fatte. Per quanto riguarda la vicenda del doppio incarico di Foa - su cui la Vigilanza voterà entro giovedì prossimo le risoluzioni di Pd e M5s - Salini fa notare che “la questione riguarda anche altri membri del Cda, visto che sono state definite le nomine di Beatrice Coletti e Giampaolo Rossi nel Cda Rai pubblicità e di Igor De Blasio nel Cda di RaiCom. E sono pienamente legittime, come dimostrato “nella documentazione preposta dalla direzione Affari legali e societari, che abbiamo inviato in Vigilanza lo scorso 14 maggio, dove sono riportati in modo puntuale e dettagliato tutti i principali elementi di analisi del quadro normativo di riferimento”. Quanto all’opportunità “anche gestionale delle nomine”, per Salini “quando un’attività di impresa raggiunge forme considerevoli deve organizzarsi in una pluralità di società sotto il controllo di una capogruppo”. In questo contesto il cumulo di cariche “consente di ottimizzare la capacità strategica, industriale e finanziaria, garantire un flusso informativo costante dalle controllate alla capigruppo, condividere conoscenze preziose per la gestione del gruppo, consentire maggiore fluidità della direzione unitaria”. Questo vale soprattutto in una fase come quella con cui l'azienda sta facendo ora i conti, in cui il nuovo piano industriale “pone obiettivi particolarmente sfidanti". E in ogni caso "le designazioni di nomine sono state preventivamente comunicate al Mef, nostro azionista, che le ha ritenute coerenti”.


di Alberto Milani

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