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Craxi: «Prima uno o più consiglieri in Campidoglio, poi il 5 per cento a livello nazionale»


Bobo Craxi, a margine del suo tour “Cerca il garofano” e in modo particolare nella tappa di Primavalle, in un’intervista rilasciata a Spraynews, presenta quelli che sono gli obiettivi del Partito Socialista Italiano, sia nella capitale, dove è schierato a sostegno di Gualtieri, sia in vista delle prossime politiche.


Craxi incontra i cittadini. Una campagna per le comunali, un po' come quelle di una volta…


«Stiamo parlando di amministrative. E’ naturale che ci si confronti sui problemi reali, concreti e poi in una città come Roma, dove le difficoltà non mancano, lo sguardo non può essere superficiale».


Sosterrà Gualtieri sindaco, quanto crede nella sua vittoria?


«Sento nelle persone tanta voglia di cambiamento. Non credo, poi, alla longevità delle amministrazioni quando sono subissate di critiche. Sappiamo, in questo caso, che la Raggi è stato un sindaco generoso, ma alle proprie spalle non ha più nulla, né un partito, né alcun riferimento della società e questo lo paga. Non a caso le coalizioni più competitive sono quelle che hanno avuto una consuetudine al governo, centrodestra e centrosinistra. Roma è una città che ha uno sguardo europeo e quindi volentieri ritornerà a essere guidata da un candidato di centrosinistra».


Pur diffondendosi la voce di un Movimento 5 Stelle in rimonta nelle periferie, qui a Primavalle non è riuscito neanche a presentare un candidato per le suppletive…


«Fino a ora ha raccolto una forte tensione morale che proveniva dal basso. Quel vento adesso si è esaurito perché dinanzi alla demagogia ogni promessa con la realtà si scontra. Una forza realistica, come quella del centrosinistra, al contrario, tende a non ridimensionare i problemi, ma a cercare di dargli una risposta, nel medio-lungo periodo. Abbiamo alle spalle amministrazioni in chiaro-scuro e pertanto è giusto dare fiducia a una nuova leadership come quella di Roberto Gualtieri».



Quale sarà l’impegno socialista a riguardo?

«Siamo molto impegnati a fare in modo che la nostra tradizione non si spenga. Stiamo parlando della capitale d’Italia. Festeggeremo il 130esimo anniversario della nostra nascita il prossimo anno e vorremmo avere una o più presenze in Campidoglio».


L’obiettivo, quindi, è eleggere più rappresentanti in Comune?

«L’obiettivo è tornare nel Consiglio comunale della capitale e che una grande tradizione del nostro paese torni a essere rappresentata, a partire dalle città fino ai piccoli Comuni».


Le comunali potranno essere un’occasione per rimettere insieme i pezzi di un partito, che negli ultimi anni, si è contraddistinto per le sue divisioni interne?


«Faccio appello, intanto, a tutti i socialisti. C’è una lista del garofano. Chi la rappresenta non è arrivato oggi alla lotta politica. Dobbiamo usare, quindi, tale momento per riconsiderare tutti i percorsi legittimi che sono stati fatti in questi anni. Dare forza al socialismo italiano significa anche rafforzare quello europeo».


E’ contrario a chi dice che le vecchie tradizioni debbano essere messe in soffitta?


«E’ un errore. A Madrid c’è un socialista, a Berlino ci sarà. Spero che a Roma, presto o tardi, ci sia una generazione socialista».


I giovani compagni possono ben sperare?


«Non devono avere fretta. La ricostruzione sarà difficilissima e lenta. Ci abbiamo messi diversi anni, pur mantenendo in vita qualche cosa che abbia un legame con la storica tradizione del socialismo italiano. Lo vedo, però, molto più alla portata oggi. L’obiettivo per noi di rappresentare nel Paese il 5 per cento degli italiani non è molto distante».


Di Edoardo Sirignano

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